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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lavoro e Professioni

La Turkish Medical Association ringrazia la Fnomceo per il sostegno. Ma la situazione resta critica

immagine 22 febbraio - Il presidente della Turkish Medical Association, l’omologo dell’Ordine dei medici italiano, ha inviato alla Fnomceo un comunicato rinnovando la sua gratitudine e quella di tutta l’Associazione per aver espresso il suo sostegno agli 11 membri del Consiglio centrale della Tma, arrestati lo scorso 30 gennaio per aver definito la guerra come un problema di salute pubblica. LA LETTERA.
“Nonostante la scarcerazione degli 11 medici, le azioni del governo contro l’associazione continuano su più fronti”, Lo rende noto la Turkish Medical Association, Tma, nel ringraziare la Fnomceo per il sostegno espresso dopo la notizia dell’arresto, avvenuto lo scorso 30 gennaio.
 
I medici sono adesso accusati di propaganda in favore di un’organizzazione terroristica, punita con la detenzione da 1 a 5 anni e di provocare rancore e ostilità nelle persone appartenenti a determinate classi sociali, religioni, etnie, contro un altro gruppo, crimine punito con la prigione da 1 a 3 anni nel caso in cui venga messa in pericolo la sicurezza pubblica. Inoltre, il governo mira a rimuovere dall’Associazione lo status si associazione nazionale, azione che danneggerebbe l’autonomia professionale.
 
“Questo primo risultato – aveva commentato il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, nei giorni scorsi, in seguito al rilascio dei membri del Comitato centrale della Tma - è stato raggiunto anche grazie alle pressioni messe in opera da tutte le organizzazioni mediche internazionali, tra le quali la Fnomceo. Ma non possiamo fermarci: se, come pare, prosegue il clima di intimidazione messo in atto già da anni, non resteremo alla finestra. L’Ordine dei Medici è, in tutti i paesi nei quale esiste, un’istituzione posta a tutela della salute, tutela che non può essere esercitata se non in un clima di pace e libertà. Per questo l’Ordine fa tanta paura ai regimi totalitari, perché garante di quei diritti fondamentali dell’uomo che essi vogliono negare”.
22 febbraio 2018
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