Formalizzato dalla Commissione Salute delle Regioni il riparto delle risorse del Fondo sanitario nazionale, 40 milioni di euro, che serviranno a finanziare 860 borse di studio supplementari per i medici di famiglia a livello nazionale.
Ma se il provvedimento in questo mese ha raccolto ampi consensi occorre risolvere il problema di come conciliare questo aumento di borse con i bandi già chiusi da parte delle Regioni. E proprio per dipanare i dubbi e i rischi di ricorsi, domani si terrà un incontro al Ministero della Salute, con cui verranno definite proprio le modalità per dare attuazione all’aumento delle borse di studio fin dai corsi che partono nel 2018.
Infatti il problema è che per oltre 1.200 borse i bandi regionali sono stati già fatti (il termine per l’invio della domanda era il 22 luglio) con il test d’ammissione previsto il prossimo 25 settembre.
A questo punto, com’è noto, è arrivata l’i
ntesa sul riparto del Fondo sanitario 2018 che ha aggiunto 860 borse e si rende perciò necessario un provvedimento per fare ordine ed evitare possibili ricorsi.
La volontà delle Regioni, a quanto si apprende è quella di evitare il caos dopo il richiamo del
Ministro Grillo che nelle scorse settimane aveva chiesto che fossero “riattivate le opportune iniziative per la riapertura dei bandi” e “per la fissazione di una nuova data del concorso” in sostituzione di quella attualmente prevista per il 25 settembre 2018.
Le Regioni vorrebbero però allungare le graduatorie e probabilmente chiederanno al Ministro un provvedimento che glielo consenta. Contrari all'ipotesi sono però i medici. Forte pressione è arrivata infatti dai
sindacati dei medici di famiglia e dalla Fnomceo che chiedono a gran voce una soluzione diversa (la riapertura dei bandi) per evitare i ricorsi e far partire i corsi senza slittamenti.
L.F.