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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lavoro e Professioni

Salute e sicurezza sul lavoro. A 10 anni di distanza dalla sua istituzione il Sinp è ancora ben lontano dal nascere

di Domenico Della Porta
immagine 14 novembre - Il sistema informativo nazionale della prevenzione è disponibile online da un decennio per tutte le Regioni e gli Spsal di tutte le Asl. Con il Sinp ci sarebbe la possibilità di valutare l’efficacia degli interventi di contrasto, almeno rispetto agli eventi più gravi, frequenti e facilmente prevenibili attraverso una rilevazione più diretta del rischio e di flussi informativi in grado di analizzare tempestivamente i risultati. 
A 10 anni di distanza il SINP Sistema Informativo Nazionale della Prevenzione (previsto dall’articolo 8 del D.Lgs. 81/2008) inteso come flusso dinamico e interattivo di dati afferenti da più soggetti per orientare, pianificare e valutare l’efficacia dell’attività di prevenzione degli infortuni e delle mattie professionali non è ancora nato ed è ben lontano dal nascere nonostante l’istituzione del tavolo tecnico, indispensabile per il suo funzionamento, avvenuto con DM del Ministero del Lavoro n.14 del 6 febbraio 2018, in seguito ai Decreti 183 del 26 maggio 2016 e 14 del 6 Febbraio 2018 istitutivi del SINP.
 
La questione è stata sollevata con preoccupazione nel corso di un seminario organizzato a Milano dal Movimento per la difesa e il miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale curato da Vittorio Carreri, Susanna Cantoni ed Eugenio Ariani. I dati oggi a disposizione – comunque preziosi -, consistenti essenzialmente nei ”Flussi informativi” sono un indicatore efficace per alcune categorie, inadeguato per altre; sono rappresentativi delle realtà produttive più strutturate, meno ad es. per agricoltura, microimprese e imprese individuali, dove il fenomeno infortunistico è più grave.
 
Questi dati vengono fuori da un sistema informativo elaborato da un gruppo tecnico INAIL - Regioni, istituito a seguito di un protocollo d’intesa del 2002, rinnovato nel 2007. E’ basato su dati forniti da INAIL trattati in funzione prevenzionistica, che incrocia l’anagrafe delle imprese con i dati dei danni da lavoro, infortuni e malattie professionali, consentendo di conoscere l’andamento degli stessi nelle singole aziende, nei diversi settori lavorativi, nei diversi territori e nel tempo.
 
Il sistema è disponibile online da un decennio per tutte le Regioni e gli SPSAL di tutte le ASL, mentre in precedenza era distribuito su CD-ROM. Con il SINP ci sarebbe la possibilità di valutare l’efficacia degli interventi di contrasto, almeno rispetto agli eventi più gravi, frequenti e facilmente prevenibili attraverso una rilevazione più diretta del rischio e di flussi informativi in grado di analizzare tempestivamente i risultati.
 
Molti dei dati necessari per il SINP ai fini del coordinamento degli interventi di prevenzione tra i diversi enti coinvolti sono presenti negli archivi dell’INPS, peraltro escluso dalla costruzione del SINP (anagrafi aziendali e ore lavorate, storie professionali dei singoli lavoratori), delle strutture del SSN (es. apertura cantieri, siti contaminati, da amianto e non, SDO da incrociare con le storie lavorative, risultati dei controlli), in altri ministeri (banca dati AGEA su agricoltura, registro delle segnalazioni di macchine non conformi ai R.E.S., …)

Nei mass media, è stato evidenziato nel corso dell’iniziativa, si riscontra da qualche anno una maggiore attenzione verso i temi della prevenzione in ambiente di lavoro e in particolare verso l’infortunistica; ciò avviene però troppo spesso con un taglio scandalistico, mirato soprattutto ad eventi negativi e raramente ad evidenziare e stimolare iniziative efficaci, privilegiando spesso, tra l’altro, fonti prive di specifiche competenze.

Ciò comporta pesanti distorsioni nella percezione sia dei rischi sia delle responsabilità, con una ricerca prioritaria semplificatrice di “capri espiatori” e la tendenziale negazione di efficacia di interventi che non siano puramente repressivi; una corretta comunicazione viceversa è fondamentale per condividere con tutte le parti in causa la scelta delle priorità di intervento e per diffondere pratiche corrette ed efficaci di prevenzione. Serve quindi un piano organico e coordinato di comunicazione delle strutture centrali e periferiche del SSN - integrato con una sistematica valutazione di efficacia degli interventi di contrasto - rivolto a tutti gli interlocutori, a garanzia della trasparenza delle azioni e dei risultati delle azioni intraprese.
 
Infatti la conoscenza del tessuto produttivo e dei rischi che il lavoro può comportare, assieme a conoscenze tecniche adeguate e forti legami col territorio, sono le basi essenziali per una corretta programmazione degli interventi di prevenzione da parte di tutti gli attori in gioco: imprenditori, organizzazioni sindacali, lavoratori, professionisti della prevenzione dei servizi aziendali e dei servizi del Servizio Sanitario Nazionale; tanto più oggi nel momento in cui assistiamo ad un profondo e rapido cambiamento del mercato e dell’organizzazione del lavoro.
 
Viceversa, ha puntualizzato Carreri, si utilizzano prevalentemente i dati INAIL, raccolti a fini assicurativi; dati basati quasi esclusivamente sui danni prodotti dal lavoro, non parametrati ai dati sull’andamento del mercato e dell’organizzazione del lavoro, spesso analizzati in maniera inadeguata.
 
Qualche esempio:
• INAIL fornisce solo stime sul numero dei lavoratori, e soprattutto non può fornire dati sulle ore lavorate; senza ciò qualsiasi raffronto nel tempo e nello spazio dei danni da lavoro risulta perlomeno approssimativo.
• l’assicurazione INAIL riguarda solo una parte dei lavoratori, ne sono esclusi circa 6-7 milioni (un terzo della popolazione lavorativa italiana), lavoratori irregolari a parte.
• le dinamiche di accadimento sono di problematica lettura.

Alle carenze a livello nazionale si aggiunge la quasi totale inconfrontabilità dei dati internazionali, in assenza di regole comuni nei paesi della comunità europea (Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia, non disponendo di un sistema assicurativo specifico, presentano "livelli di sottodichiarazione compresi tra il 30% e il 50% "; alcuni Paesi non rilevano gli infortuni stradali in occasione di lavoro, e tantomeno in itinere, in molti Paesi lavoratori autonomi e coadiuvanti sono esclusi dalle statistiche, o totalmente o parzialmente).

Un’importante novità del seminario è stata la presenza di INPS. Il Dott. Rocco Lauria, intervenuto su delega del presidente Tito Boeri, a nome dello stesso ha manifestato l'ampia disponibilità di INPS all'utilizzo del patrimonio informativo dell'Istituto. Si tratta di una importante e interessante apertura che, non solo non deve essere lasciata cadere, ma che deve essere sfruttata, sia per far fare un salto di qualità al sistema informativo da costruire, sia per avviare un ripensamento della versione del SINP, fortemente deludente, che sta nascendo a seguito dei Decreti 183 del 26 maggio 2016 e 14 del 6 Febbraio 2018.
 
Da parte dell’INPS presente al seminario (Rocco Lauria) è stata manifestata ampia disponibilità all'utilizzo del patrimonio informativo dell'Istituto. Si tratta di una importante e interessante apertura che, non solo non deve essere lasciata cadere, ma che deve essere sfruttata, sia per far fare un salto di qualità al sistema informativo da costruire, sia per avviare un ripensamento della versione del SINP.
 
Infatti, il sistema previsto dal SINP, basato solo su informazioni sui danni, colleziona banche dati già conosciute e utilizzate, le informazioni sono semplicemente affiancate senza un denominatore comune e obiettivi comuni, le banche dati, anonimizzate per tutti i fruitori, anche per gli operatori che oggi detengono quegli stessi dati in forma completa, non si parlano fra loro, né è prevista alcuna interazione. Le informazioni sui danni da lavoro, pur da migliorare e completare, peraltro non bastano più, è stato sottolineato da Carreri, sia il SINP che l’evoluzione dei Flussi con il nuovo protocollo di intesa rischiano di nascere obsoleti senza prevedere nuove fonti informative.
 
E’ essenziale l’integrazione di nuove informazioni, in via prioritaria quelle sulla conoscenza del vero denominatore (Anagrafe lavoratori, Anagrafe aziende, Retribuzioni, Contratti di lavoro, CIG), ma anche sulle storie lavorative di lavoratori affetti da malattie sospette professionali individuate da altri sistemi informativi (OCCAM) e sui danni occorsi a lavoratori autonomi (partite IVA), attingendo alle banche dati INPS.
 
Ma anche i Ministeri, e in particolare quello della Salute, devono rendere disponibili alcuni dati in loro possesso ( es. SDO, banca dati AGEA su agricoltura, registro delle segnalazioni di macchine non conformi ai R.E.S.) che, incrociati con altri, possono arricchire le informazioni utili per la programmazione di interventi di prevenzione.

Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro Università Telematica Internazionale Uninettuno - Roma 
14 novembre 2018
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