toggle menu
QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Pediatri: “entro il 2025 potrebbe saltare la rete assistenziale”

immagine 16 giugno - La Società Italiana di Pediatria lancia l’allarme: tra quindici anni “il deficit di pediatri rispetto al reale fabbisogno nazionale sarà di oltre 3.000 professionisti”. 

"Mentre il mondo evoluto si ispira alla copertura assistenziale realizzata dall’Italia attraverso la rete pediatrica sul territorio con il Servizio Sanitario Nazionale, in Italia il blocco del turn over e i tagli alla formazione potrebbero produrre a breve una situazione di strutturale carenza di specialisti". La denuncia arriva da Alberto G. Ugazio, presidente della Società Italiana di Pediatria che si è riunita oggi a Roma per un’Assemblea straordinaria. Stando alle proiezioni della società scientifica, il 2020 sarà l’ultimo anno in cui si riuscirà a garantire in Italia l’assistenza sanitaria pediatrica nel nostro Paese. Da quel momento le cose andranno sempre peggio fino ad arrivare, nel 2025, a un deficit di pediatri rispetto al reale fabbisogno nazionale di oltre 3.000 professionisti.
Lo studio ha infatti calcolato che, mantenendo l’attuale numero di giovani medici specializzati ogni anno in pediatria, i 15.027 professionisti attivi oggi, diventeranno 11.768 nel 2020 e addirittura 8.226 nel 2015.
Con questi numeri, la rete pediatrica italiana rischia di sparire.

"Il piano sanitario di Barack Obama – ha spiegato Ugazio – si è ampiamente ispirato a quello italiano che viene considerato uno dei migliori sistemi sanitari al mondo per qualità e universalità dell’assistenza. Noi, se non si inverte la tendenza, rischiamo di restarne orfani e, soprattutto, i nostri bambini rischiano di rimanere senza cure adeguate".
I pediatri, tuttavia, non mancano di fare autocritica: "Siamo noi per primi a dire che così com'è strutturata la rete pediatrica sul territorio nazionale è, in alcune aree, appesantita e poco efficiente rispetto all'attuale domanda di salute”, ha aggiunto Ugazio. “Una riduzione governata del numero di pediatri è la sola strada condivisibile. A patto, però - ha concluso il presidente - che si investa sulla qualità della formazione e sull'approccio multiprofessionale (che vede i pediatri affiancati da psicologi, infermieri e professionisti della riabilitazione), a tutto vantaggio della salute dei bambini e dei ragazzi di domani”. 
 
16 giugno 2010
© QS Edizioni - Riproduzione riservata