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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Lavoro e Professioni

Liberalizzazioni. Assofarm: “Farmacie pubbliche andavano espanse, non limitate"

immagine 29 febbraio - Per l’associazione delle farmacie comunali il decreto “rischia di cancellare la storia delle farmacie pubbliche italiane”. Preoccupazione per "l'ambiguità sulla proroga del diritto di prelazione dei sindaci sullei nuove sedi. Non sia un primo passo per la sua completa cancellazione".
Il testo del Decreto Legge Cresci Italia approvato ieri dalla commissione Industria del Senato “rischia di cancellare in un sol colpo la storia ormai secolare delle Farmacie Pubbliche Italiane”. Ad affermarlo è Assofarm, sottolineando in particolare “l’ambiguità con la quale viene trattata la proroga del diritto di prelazione dei sindaci sull'apertura di nuove farmacie” e che “apre legittimi dubbi sulla durata di tale sospensione, fino a far legittimamente credere che si tratti di un primo passo verso la sua completa cancellazione”.

“Tutto questo – osserva l’Associazione delle farmacie pubbliche - mentre da alcuni esponenti del Governo Monti arrivano importanti segnali di riconoscimento del nostro ruolo sociale nel paese. Appena due settimane fa, infatti, in un'intervista al Corriere della Sera il Ministro Andrea Riccardi individuava nella rete nazionale delle farmacie comunali un importante strumento per ridurre il peso economico dei prodotti per la prima infanzia sulle famiglie italiane”.
 
Assofarm ricorda che in Italia le farmacie comunali rappresentano appena l'8% del totale, “ed è ampiamente dimostrato che nelle città in cui la presenza tra farmacie pubbliche e private è più bilanciata, la qualità del servizio è migliore. Ciò dimostra – aggiunge Assofarm - che nel nostro settore, forse l'unico in Italia, una liberalizzazione a favore del cittadino avrebbe dovuto favorire l'espansione della presenza pubblica. Non limitarla”.
 
Secondo Assofarm “negli ultimi dieci anni le farmacie pubbliche italiane hanno dimostrato di essere protagoniste dell'innovazione del settore. Per prime hanno portato nei propri spazi servizi sanitari offerti gratuitamente, hanno proposto alle istituzioni nuove modalità di servizio pubblico in grado di ridurre la spesa sanitaria a vantaggio della qualità, hanno costantemente promosso grandi campagne di prevenzione presso le comunità locale. E, non ultimo, - conclude la nota dell’associazione - hanno lavorato affinché la presenza della farmacia giungesse anche nelle aree geograficamente più marginali del paese. I contenuti del Decreto Cresci Italia rischiano di bloccare improvvisamente questi processi”.
 
29 febbraio 2012
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