Anche le ostetriche hanno partecipato alla giornata del Professional day che si è tenuta lo scorso 1° marzo. Non una partecipazione formale, ma un’occasione anche per denunciare le difficoltà che incontra oggi una professione antichissima, tra le prime ad essere riconosciuta e valorizzata dopo l’Unità d’Italia, quando si decise di investire proprio sulle ostetriche per garantire la salute pubblica in modo diffuso, arrivando nelle famiglie e contribuendo a superare pratiche e pregiudizi nocivi per la salute delle donne e dei bambini.
In un documento consegnato al Professional Day, la presidente della Federazione dei Collegi delle ostetriche, Miriam Guana, ha messo in rilievo come “i Collegi e la Fnco, da sempre, nella loro qualità di enti pubblici, hanno il dovere di rappresentare e coordinare la professione ostetrica in tutte le sedi istituzionali opportune, nonché di assicurare la qualità delle prestazioni dei propri iscritti attraverso il controllo sulla deontologia e la sulla formazione professionale continua, nonché di vigilare su forme di abusivismo a tutela del cittadino”.
Ma, oggi le ostetriche sono spesso minacciate dalle difficoltà espresse dall’organizzazioni dei servizi sanitari. “Secondo una nostra indagine – spiega ad esempio Iolanda Rinaldi, presidente del Collegio ostetrico di Roma – in molti consultori del Lazio non sono presenti ostetriche. Una situazione gravissima, se si pensa al ruolo che potrebbero invece avere non solo per seguire la gravidanza e il puerperio fisiologici, ma per tutte le fasi della salute della donna, dall’informazione per le adolescenti, alle campagne di screening, alla prevenzione”.