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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Coronavirus. La rabbia dei medici di famiglia: “Nostra categoria conta il 60% dei medici caduti e manca ancora un progetto organizzativo”

immagine 22 marzo - Il Consiglio nazionale della Fimmg nella sua mozione finale chiede per questo un “immediato investimento sulla reingegnerizzazione delle attività standard della Medicina Generale durante il periodo pandemico”. E ancora si chiede che parte dei 235 mln destinati dalla Legge di Bilancio alla tecnologia di studio, venga immediatamente destinata all’acquisto di pulsossimetri. LA MOZIONE
“Rabbia e ostilità nei confronti di tutti quelli responsabili a livello aziendale, regionale e nazionale della assenza di adeguati mezzi di protezione idonei per i medici di medicina generale, ancora oggi non forniti alla nostra categoria che conta il 60% dei medici totali caduti per COVID-19”. È quanto si legge nella durissima mozione finale del Consiglio nazionale della Fimmg che denuncia anche come a tutt’oggi “non si assiste ad un progetto organico per la partecipazione e il ruolo di Medici di Medicina Generale alla gestione assistenziale nel corso di pandemia, con il risultato di avere una categoria esposta in assenza anche di strumenti organizzativi e di indirizzi terapeutico – assistenziali per i pazienti”.
 
Per questo i medici di famiglia ribadiscono che “le Unità Speciali di Continuità Assistenziale debbano essere integrate nella organizzazione con la Medicina di Famiglia, con coordinamento della loro azione assistenziale anche partecipata a distanza dal medico fiduciario del paziente attraverso video e teleconsulenza e condivisione delle informazioni cliniche presenti sul gestione dello stesso medico”.

E per realizzarlo la Fimmg “richiede un immediato investimento sulla reingegnerizzazione  delle attività standard della Medicina Generale durante il periodo pandemico vista la necessità del contenimento a casa della popolazione, attraverso strumenti di reperibilità e di assistenza medica a distanza tramite telefono, SMS, sistemi di messaggistica, di videocontatto e di videoconsulto, per attività di domiciliarità virtuale e ambulatori virtuali, tesi a non interrompere la presa in carico e la gestione dei pazienti fragili e con patologie croniche come pure le esigenze in acuto e prescrittive dei nostri pazienti”.

In questo senso il sindacato chiede “l’immediato intervento del Governo affinché attraverso un atto transitorio ed eccezionale connesso alle fasi emergenziali che definisca i compiti descritti nel punto precedente e conseguentemente riconoscere da subito l’adeguamento delle quote capitarie e oraria dei Medici di Medicina Generale ai valori già previsti per il 2018”.
 
E infine la Fimmg “esige attenzione da parte del Governo e delle Regioni affinché parte dei 235 milioni destinati alla tecnologia di studio di cui all’art. 1 comma 449 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, venga immediatamente destinata all’acquisto di pulsossimetri da distribuire ai Medici di Medicina Generale e che possano pertanto dotare i pazienti Covid positivi per l’automonitoraggio domiciliare”.
22 marzo 2020
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