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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lavoro e Professioni

“Riaprire subito l’attività specialistica territoriale. 24 mln di cronici abbandonati”. L’appello di Senior Italia FederAnziani

immagine 25 maggio - Al via un ciclo di tavole rotonde con i decisori nazionali e locali, le società scientifiche e le organizzazioni dei medici per fare il punto sulla gestione della cronicità sul territorio nella Fase 2. La federazione ha poi costituito un Advisory Board di esperti per incontrare le istituzioni e proporre percorsi condivisi per la riattivazione dell’attività specialistica ambulatoriale per scongiurare ulteriori ritardi nella presa in carico dei pazienti e nelle nuove diagnosi
“Siamo fortemente preoccupati per la prolungata chiusura dell’attività specialistica ambulatoriale del territorio e per la conseguente situazione di abbandono in cui versano 24 milioni di malati cronici malgrado i ripetuti appelli dei medici. Per non parlare degli enormi ritardi che stiamo accumulando in termini di prevenzione e nuove diagnosi”. È quanto dichiara Roberto Messina, Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani che per affrontare la situazione della cronicità in Italia nella Fase 2 ha istituito un Advisory Board che coinvolge esponenti di alcune tra le più importanti società medico-scientifiche e organizzazioni di medici con l’obiettivo di confrontarsi con i decisori nazionali e locali e accelerare il superamento di questa fase attraverso la riapertura delle attività specialistiche del territorio, per scongiurare pericolosi ritardi nella gestione della cronicità e nelle nuove diagnosi.
 
Si è già tenuto il primo appuntamento tra i board e l’Assessore alla Salute della Regione Sardegna Mario Nieddu. Nei prossimi giorni saranno organizzati una Tavola Rotonda Nazionale, una europea e incontri con i rappresentanti delle altre regioni.
 
“In Italia ci sono 24 milioni di malati cronici che oggi non possono accedere alle cure e nemmeno al monitoraggio delle loro condizioni di salute – si legge nel documento dell’Advisory Board - e la maggior parte di queste persone sono anziani fragili. Vanno bilanciati rischi e benefici di ogni cura, come ci è stato correttamente detto dall’inizio, ma non possiamo ignorare che ogni diagnosi mancata, ogni terapia sospesa equivale a una perdita di opportunità di guarigione o a un più elevato rischio per la salute della persona. I laboratori ormai assicurano solo le prestazioni indifferibili, molte terapie e follow up sono sospesi, le attività mediche e chirurgiche ordinarie sono state azzerate così come gli screening. Persino gli accessi al pronto soccorso sono tracollati, e se questo in molti casi significa azzeramento dei ricorsi impropri in altri purtroppo vuol dire che le persone, di fronte all’insorgenza di sintomi anche gravi, come quelli dell’ictus, preferiscono restare a casa piuttosto che andare in ospedale, con tutto quel che ne consegue in termini di peggioramento della salute e rischio di invalidità”.
 
“Se non proponiamo soluzioni nuove ai pazienti – prosegue -, questo stato di sospensione indefinita della gestione delle patologie significherà un enorme perdita di salute collettiva e un costo incalcolabile per il Servizio Sanitario Nazionale. Occorre intervenire immediatamente ripristinando i percorsi assistenziali diagnostici e terapeutici per garantire ai cittadini nuovamente l’accesso alla prevenzione, alla cura, alla diagnosi tempestiva, non ultimo per fronteggiare al meglio l’inevitabile prolungamento dei tempi di attesa accumulatisi in questi mesi.
A tal fine sarà necessario innovare il setting con cui l’assistenza ospedaliera viene offerta, ripensando completamente il percorso intraospedaliero, limitando l’accesso solo ai casi realmente necessari, promuovendo l’utilizzo di innovazioni tecnologiche e organizzative che consentano di ottimizzare il percorso del paziente costretto dalle proprie condizioni a ricorrere ad un ricovero ospedaliero o a un intervento chirurgico, al fine di limitare al massimo la degenza intraospedaliera e l’utilizzo dei letti di Terapia Intensiva. Occorrerà garantire dispositivi di protezione individuale corretti agli operatori e ai pazienti/cittadini, effettuare test specifici agli operatori, prevedere soluzioni quali utilizzo massiccio di termoscanner e investire nel triage dedicato a filtrare gli accessi isolando gli eventuali casi positivi”.
 
l documento infine afferma che è necessario “investire sul potenziamento della sanità territoriale puntando sul lavoro delle équipe multidisciplinari”.
 
Composizione dell’Advisoy Board
 
Pierluigi Bartoletti - Vice Segretario Generale Nazionale FIMMG
Rossella Costantino - Delegata SIMFER - Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa
Fernando De Benedetto - Delegato Società Italiana di Pneumologia (SIP IRS) e del Centro Studi SIP
Claudio Ferri - Professore Ordinario in Medicina Interna, Università degli Studi dell’ Aquila
Pietro Fiore – Presidente SIMFER - Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa
Ciro Indolfi – Presidente SIC Società Italiana di Cardiologia
Antonio Magi - Segretario Generale SUMAI-Assoprof - Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria
Domenico Mannino - Presidente Fondazione AMD - Associazione Medici Diabetologi  
Paolo Marchetti - AIOM - Associazione Italiana di Oncologia Medica
Luca Menabuoni - Presidente A.I.M.O. - Associazione Italiana Medici Oculisti
Roberto Messina - Presidente Senior Italia FederAnziani
Ugo Oliviero - Responsabile Scientifico A.R.C.A. - Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali
Eleonora Selvi – Responsabile della Comunicazione Senior Italia FederAnzianI
Luigi Sinigaglia –  Presidente SIR - Società Italiana di Reumatologia
25 maggio 2020
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