toggle menu
QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lavoro e Professioni

Aodi (Amsi): “Covid ci insegni a internazionalizzare la Sanità”

di Lorenzo Proia
immagine 4 giugno - Aodi lancia le proprie proposte di “internazionalizzazione” della Sanità italiana ed “euromediterranea”, partendo dall’apprezzamento per Bergoglio: “Molti, voglio dirlo, dal mondo musulmano, cristiano, della Terra Santa mi hanno espresso il loro apprezzamento per Papa Francesco”. Aodi traccia quindi delle linee tra Italia, Yemen, Egitto e America. E lancia la proposta per l’Italia: “Rinviamo i crediti ECM al 2021”
Foad Aodi, camice bianco italo-palestinese, da 4 mesi si impegna – anche a livello mediatico-politico – nella lotta alla pandemia, con la sua Amsi in rappresentanza dei Medici d’origine straniera del nostro Paese e l’Unione Euro-Mediterranea (Umem), con rappresentanti in 72 Paesi, entrambe da lui presiedute.

“Grazie all’Umem – ci spiega Aodi, che è anche Membro del Registri Esperti Fnmoceo e del GDL Salute Globale della stessa - facciamo un'azione continua fatta di Ricerca, Studi, confronti internazionali in 72 Paesi dove abbiamo i nostri rappresentanti, paesi euromediterranei, africani, del Golfo, della Russia, dell’America e dell'Iran. Noi siamo riconoscenti verso Papa Francesco che in questi anni si è speso a favore del dialogo interculturale e intereligioso e che, inoltre, ha dimostrato in questo periodo drammatico una fortissima vicinanza ed empatia, con gesti umani e semplici, ai Professionisti della Sanità”.

In particolare, “un gesto che conferma il suo impegno per i Professionisti è stato quello di aprire i Musei Vaticani per i Professionisti della Salute. Molti, voglio dirlo, dal mondo musulmano, cristiano, della Terra Santa mi hanno espresso il loro apprezzamento per Papa Francesco”.

Dall’argentino Bergoglio, alla realtà euromediterranea: “Le nostre ricerche ci confermano dato angosciante per noi come Professionisti della Sanità: perdiamo numerosi Medici, Infermieri, Psicologi, Odontoiatri, - e questo in Italia e all’estero - nella prima fase dell’epidemia, per mancanza di Dpi, per l’affluenza massiccia verso gli Ospedali senza filtri adeguati e per assenza di un triage-telefonico. Questo ieri è avvenuto, a nostro avviso, in diverse aree d’Italia e ora lo notiamo anche nei Paesi arabi. La curva è la stessa. Per esempio, in Egitto: 291 Medici contagiati in Egitto, 23 morti e 300 contagiati fra tutti i Professionisti della Sanità e 11 Infermieri morti. Così anche nello Yemen, già morti 33 Medici contagiati”.

“I Professionisti della Sanità – prosegue l’accademico e Medico italo-palestinese - vanno protetti in particolare all’inizio della crisi, quando arrivano loro molti pazienti spaventati. Questa curva la stiamo vedendo anche nei Paesi sudamericani”.

Queste somiglianze dovrebbero, per Aodi, spingerci a internazionalizzare maggiormente la Sanità: “Alla Fnomceo ho proposto di arricchire l’aggiornamento inserendo aggiornamenti internazionali, mettendo a confronto criticità e proposte costruttive. Lo si chiede sempre, da più parti, ma non si è mai fatto questo passo verso l’interscambio”.

Infine una richiesta per i Professionisti italiani: “Chiediamo, come Amsi, vista la sofferenza dei Medici, il sacrificio e il numero alto di perdite e contagi… uno: di non chiamarci eroi, ma Professionisti della Sanità da valorizzare e rispettare 360 giorni all’anno e non solo nel periodo emergenziale; due: l’esonero, per tutti i Medici e i Professionisti della Sanità in genere, dei 50 crediti ECM. Dovremmo rimandare la scadenza del recupero al 2020/21, i camici bianchi andrebbero premiati per il sacrificio fatto anche così”.
4 giugno 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata