“Sono uno di quelli che suo tempo ha dovuto lasciare a malincuore la scuola per accedere alla Medicina Generale. – denuncia Roberto Pieralli, Responsabile Snami del 118 Emilia e Romagna - Il corso condivide le stesse inibizioni ed incompatibilità con le scuole di specializzazione, di cui non condivide però lo stipendio che risulta essere di circa 11.603,00 euro lordi annui, con assicurazione professionale ed infortuni a proprio carico. Tra una cosa e l’altra ogni Medico dovrebbe vivere con 650-700 euro al mese, praticamente impossibile al giorno d'oggi. Questo blocca gioco forza la partecipazione di tutti i giovani Colleghi, pur se vincitori di concorso, che hanno famiglia o un mutuo da pagare e non godono di altre entrate. Infatti le attività che si possono svolgere contemporaneamente alla frequenza del corso sono saltuarie, conferite in riserva, spesso per pochi mesi e quindi senza nessuna garanzia. Va preso in considerazione il fatto che qualunque giovane abilitato alla Medicina e Chirurgia possa fare il medico di Medicina Generale, di Continuità Assistenziale, di Emergenza Sanitaria Territoriale con incarichi a termine da graduatoria aziendale, via via rinnovati negli anni. In questa maniera molti Medici lavorano da tempo, magari continuativamente anche per 10 anni. Il paradosso è che gli stessi non sarebbero “idonei” per un incarico a termine”.
Angelo Testa, presidente Nazionale dello Snami invece annuncia: “Ci muoveremo perché le Regioni applichino l'art. 12 del D.M. che prevede la possibilità di attivare il tempo parziale,per un adeguamento degli emolumenti equiparandolo a chi frequenta una scuola di specializzazione e complessivamente perché tutta la normativa, che si è dimostrata inadeguata all'evoluzione dei tempi ed ormai obsoleta, sia oggetto di revisione. Se si continua in questa maniera si impedisce ai giovani l’inserimento alla professione con relativo versamento dei contributi, si stimola pesantemente il lavoro nero e si favorisce l'emigrazione”.