Le nuove esigenze dell’anatomia patologica e della citologia diagnostica rendono peculiare la costante trasformazione del ruolo dato dal “sapere, saper fare e saper essere” dei tecnici di laboratorio biomedico.
È quanto emerso nell’ambito del XXVII Congresso nazionale dell’
Associazione italiana dei tecnici di istologia e citologia (Aitic) che si sta svolgendo online dal 27 ottobre e terminerà il 18 dicembre prossimo.
Con Aitic, infatti, si stanno confrontando Siapec-Iap, la Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica e la Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie, rappresentate da
Mattia Barbareschi e Giancarlo Troncone (Siapec-Iap ),
Vincenzo Petrozza e Tiziana Galai (Conferenza) e
Antonio Esposito, delegato AITIC ai rapporti con gli atenei.
Nella sessione dedicata, sono state espresse riflessioni anche alla luce delle esperienze formative illustrate da
Mirna Canepari (Unimore) ed
Egidio Stigliano (Unicatt-Roma), nonché del modello inglese, Biomedical Scientist, illustrato da
Antonella Savio del Royal Marsden Hospital di Londra.
“Da questo confronto – spiega una nota – è emerso che la ridefinizione degli ambiti specialistici presuppone che alle competenze e alla responsabilità acquisite dal tecnico di laboratorio nel percorso formativo di base, facciano seguito specifiche esigenze formative “post-base”, ovvero master specialistici di 1° livello, che purtroppo non sono ricompresi nel primo elenco emanato dal Ministero Miur il 17/12/2018. In tale contesto, quindi, Aitic ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico “paritetico” che, definendo le competenze distintive e il percorso formativo dei master, possa sia garantire un giusto value ai processi di anatomia patologica, citodiagnostica e sala settoria, sia inoltrare ai ministeri competenti le integrazioni necessarie”.