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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Cgil. No alla parità di trattamento tra pubblico e privato in sanità"

immagine 3 luglio - Questo in sostanza il parere del sindacato esposto oggi in audizione alla Camera su un ddl che prevede di parificare il meccanismo dei tetti dispesa tra strutture pubbliche e private. "La salute non è una merce" si dice in una memoria articolata consegnata ai parlamentari.
“Il servizio pubblico è tenuto ad erogare tutti i servizi e le prestazioni comprese nei LEA e quindi a “sopportarne” i costi, mentre il privato ovviamente non è tenuto a farlo. Per questo è giusto stabilire un limite, un “tetto”, oltre il quale l’offerta dei produttori privati non può e non deve andare (con strumenti vincolanti quali ad esempio la regressione tariffaria) e standard di qualità da rispettare.”

Questa la motivazione centrale contenuta nella memoria CGIL – FPCGIL - FPCGIL Medici - illustrata e consegnata oggi dal segretario nazionale della FPCGIL Medici Massimo Cozza all'audizione presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera - con la quale si boccia il Progetto di Legge C. 4269 (D'Anna ed altri) finalizzato a parificare il meccanismo dei tetti di spesa tra strutture pubbliche e private.
 
“E’ la programmazione pubblica che deve stabilire quali sono i Livelli Essenziali di Assistenza appropriati da garantire ai cittadini,” si legge ancora nel documento” e perciò a cosa deve mirare la “produzione” di prestazioni sanitarie. Infatti, l’offerta tende a selezionare la domanda, non in base all’appropriatezza ma alla convenienza economica del produttore. Solo così l’attività dei servizi è fortemente regolata e orientata dai bisogni dei cittadini e non dalle “convenienze” dei produttori (clamoroso è il recente episodio della clinica privata Santa Rita a Milano). Diversamente, potrebbero essere privilegiate le prestazioni “superflue” ma ad alto valore aggiunto, a scapito delle prestazioni (e degli utenti) poco remunerative”.
 
3 luglio 2012
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