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QS Edizioni - lunedì 6 maggio 2024

Lettere al Direttore

Lo stress morale negli infermieri: la piaga degli operatori sanitari di oggi

di Marina Vanzetta
12 maggio -

Gentile Direttore,

lo stress morale tra gli infermieri è un fenomeno con un trend in crescita costante. Più accentuato negli ospedali che nel territorio, è una sensazione dolorosa e/o squilibrio psicologico che si manifesta quando i professionisti sono consci dell’azione morale più appropriata alla situazione, ma non possono effettuarla a causa di ostacoli istituzionali, quali la mancanza di tempo, per limiti dovuti a politiche istituzionali e limiti legali.

In una recente intervista rilasciata a “L’Infermiere Online” il Prof. Duilio F. Manara, studioso del fenomeno, ha concretizzato alcune situazioni che generano stress morale:

  • In ospedale, i medici non comunicano la prognosi ad una giovane donna che sta morendo di cancro, ma sospendono i trattamenti. E la paziente inizia a chiedere agli infermieri come mai non le fanno più la solita terapia.
  • I parenti pretendono di continuare le cure a oltranza mentre il paziente chiede all’infermiera di essere lasciato morire senza soffrire ulteriormente.
  • Uno studente è obbligato dal suo assistente di tirocinio a non assistere un paziente in lacrime perché “ci sono altre priorità” in reparto.
  • L’infermiere sa che quel malato avrebbe bisogno di più tempo, ma non riesce a dedicarglielo perché ci sono altri che aspettano.

In letteratura lo stress morale viene definito “la piaga che colpisce gli operatori sanitari di oggi” ed è associato a fenomeni di esaurimento nervoso, energetico ed emotivo (il cosiddetto burnout). Sul lungo termine, tali fenomeni possono compromettere la salute di assistenti e assistiti; la cooperazione con i colleghi; la stabilità nella vita privata; la sicurezza dell’organizzazione per cui lavorano e la sostenibilità del sistema di welfare complessivo, considerati i costi degli errori professionali, della riabilitazione di pazienti e operatori, della tempestiva sostituzione degli operatori stessi.

Una piaga che, come spiega Manara, si può però misurare con strumenti già presenti in letteratura e prevenire con strategie educative interdisciplinari e strategie che contemplino il dialogo strutturato con il coordinatore, con i medici, con i familiari, con i colleghi, il supporto psicologico ma anche con interventi concreti e adeguati sulle dotazioni organiche. Un dolore e un disagio, quello dei professionisti, che non vanno sottaciuti ma vanno superficializzati e gestiti perché i riflessi prodotti si espandono incontrollati a macchia d’olio lasciando effetti su tutti i sistemi socio-sanitari e su chi questi sistemi li “abita” come fruitore o come professionista.

Marina Vanzetta

L’Infermiere Online

12 maggio 2023
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