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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Lettere al Direttore

Il Decreto anziani e le tante attese tradite  

di Ylenia Zambito
immagine 22 febbraio -

Gentile Direttore,
in questi giorni è all’ordine del giorno del dibattito parlamentare lo schema di decreto legislativo sulle disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane. Bisogna ricordare che questo provvedimento ha avuto un percorso molto travagliato per la prematura caduta del Governo Draghi. Infatti, fu l’allora ministro Orlando a portare per la prima volta il disegno di legge delega in consiglio dei ministri.

Il Governo Meloni lo aveva portato in approvazione nel Consiglio dei ministri con poche ed ininfluenti modifiche rispetto alla versione di Orlando, sebbene senza precisare quante risorse certe sarebbero state assicurate. E questa fu la motivazione con la quale seppur apprezzando i contenuti della delega come Pd ci astenemmo nel voto. Dopo l’approvazione della delega in Parlamento, questo decreto doveva essere approvato entro la fine di gennaio così come previsto dagli accordi fatti con l’Europa nell’ambito del PNRR.

Voglio ricordare anche che questa norma era stata approvata dopo 25 anni di attesa anche su pressione del Patto per la non autosufficienza che raggruppa 60 associazioni del Terzo settore.
Una attesa che aveva creato molte aspettative che sono state completamente tradite.

Vediamo perché:

  • Indennità di accompagnamento: la delega prevede un aiuto economico in proporzione alla gravità per un milione e mezzo di anziani, con il principio che chi sta peggio prende di più. Nella pratica è rimasto tutto uguale: 531 euro al mese uguali per tutti. Le misure aggiuntive slittano al 2025 ma saranno solo 29400 over 80 con isee sotto i 6 mila euro (1.9% dei beneficiari dell’indennità) a ricevere 850 euro in più al mese, vincolati al pagamento della badante e non tutti gli over 80 come fatto intendere dal governo in conferenza stampa.
  • Badanti: la delega prevede che l’importo di accompagnamento cresca se utilizzato per pagare una badante assunta regolarmente. Il decreto non prevede questa opzione su larga scala e quindi il 60% di badanti irregolari continuerà a rimanere tale.
  • Assistenza a casa: la delega prevede l’introduzione di un servizio domiciliare pubblico adeguato al grado di non autosufficienza. Il decreto ha eliminato questo servizio. Così circa 900 mila persone continueranno ad essere assistite da un infermiere solo 18 ore l’anno, 150 mila dai servizi sociali del comune.
  • Sistema nazionale assistenza anziani: la delega prevede la creazione di un sistema nazionale per la programmazione coordinata di tutte le misure pubbliche. Il decreto prevede solo il coordinamento dei servizi sociali del comune. Quindi i servizi sociali delle Asl e quelle dei comuni continueranno ed essere scollegati. Come conseguenza con i 2,72 miliardi del PNRR verranno assistiti a casa 806 mila persone in più ma secondo le vecchie regole.
  • Case di riposo: la delega prevede maggiore formazione e dotazione di personale, il decreto non affronta questo tema che viene rinviato ad atti successivi.

Tirando le somme, è del tutto evidente che si sia preferito fare un decreto spot, di pura propaganda, amplificata ad arte da “Telemeloni”, anziché introdurre tutte quelle misure innovative contenute nella delega. Il minimo che si potesse fare per poter spendere le risorse del PNRR, le uniche che andranno ad incrementare ciò che si spende oggi. Il risultato è che, mentre in UE la spesa media per un non autosufficiente è 584 euro l’anno, in Italia, nonostante il PNRR, ne spederemo 270 euro l’anno. Meno della metà. Unica cosa positiva, la valutazione nazionale unica (VNU): la delega prevedeva l’accesso simultaneo a tutte le prestazioni di competenza statale; sarà eseguita da equipe presenti nelle Case di comunità e servirà per attivare anche i servizi locali. Bene, perché pone fine all’odissea tra sportelli che oggi obbliga a fare una domanda diversa per ogni prestazione anche se è sempre l’Inps ad erogarla.

Il decreto non ha dunque previsto finanziamenti aggiuntivi, smentendo clamorosamente la Presidente Meloni, che aveva annunciato 1 miliardo in più per la non autosufficienza, e una sperimentazione con l’aumento del 200% dell’assegno di accompagnamento, dichiarando: “diamo finalmente risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti”. I nodi, insieme alla verità, verranno al pettine.

Ylenia Zambito
Senatrice Pd

22 febbraio 2024
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