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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lettere al Direttore

L’Abruzzo e il piano di rientro. Se la sanità può ripartire puntando sulle eccellenze

di Valentina Santucci
17 dicembre - Gentile direttore,
l’analisi dell’impatto che il cambiamento nella governance del sistema, accanto alla sempre maggiore attenzione alle dinamiche di spesa esercita sulle modalità di erogazione  delle prestazioni, appare un tema particolarmente attuale. Il periodo di profonda crisi che caratterizza il contesto odierno pone in luce la questione non solo della sostenibilità, ma anche della capacità del sistema salute di mantenere livelli adeguati di qualità, appropriatezza ed equità nelle prestazioni.
 
Il 15 e il 16 novembre presso l'Università Cattolica si è svolto il Convegno Annuale dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria dal titolo "Studiare il passato per capire il presente e prevedere il futuro” e all’evento era presente anche un lavoro sulla Regione Abruzzo relativamente al tema delle Politiche di governo della spesa attraverso i Piani di rientro. L’occasione è apparsa il luogo maggiormente idoneo per rispondere a quesiti di questo genere, presentando evidenze empiriche circa il risvolto pratico che gli interventi di contenimento della spesa esercitano sul governo regionale della sanità. In un poster è stato illustrato il percorso seguito dalla sanità abruzzese dal 2006 ad oggi passando attraverso l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, il mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario e l'efficienza ed equità.
 
Nel 2007 l’Abruzzo stipulava l’Accordo del Piano di Rientro e il 23 Settembre 2008 con Delibera del Consiglio dei Ministri veniva commissariata.
Nel poster sono illustrati i tre macrolivelli essenziali di assistenza sia prima del Piano di rientro nell’anno 2006 che oggi nel 2011. L’assistenza sanitaria collettiva nei luoghi di vita e di lavoro passa da una percentuale di 3,80 a 4,61 con un valore benchmark fissato dal DPCM 2001 di 5%. L’assistenza distrettuale passa da una percentuale di 41,90 a 47,67 con un valore benchmark di 51%. L’assistenza ospedaliera era di 54,30% nel 2006 e di 47,71% nel 2011 con un valore benchmark di 44%. L’Abruzzo oggi rispetto al passato, per quanto riguarda i Lea, è molto vicino ai valori standard stabiliti dal Governo procedendo a spostare gli investimenti dall’ospedale al territorio.
 
Il disavanzo è stato analizzato separando gli anni dal 2007 al 2009 del Piano di Rientro dai Programmi Operativi 2010 e 2011-2012. I valori previsti del risultato economico nel Piano di rientro non sono mai stati rispettati, nel 2007 contro un valore programmato di 116 milioni, secondo il metodo di calcolo del Tavolo di monitoraggio dei Ministeri dell’Economia e della Salute, il disavanzo effettivo certificato è stato di 163 milioni. Al contrario negli anni 2010 e 2011 i risultati sono stati migliori rispetto a quelli programmati. Il 20 Luglio 2010 il Tavolo tecnico dei Ministeri ha ratificato il primo pareggio di bilancio della Regione Abruzzo e nel 2011 l’avanzo economico è stato di 36 milioni e finanziario di 92 milioni. Tale buon risultato ha permesso all’Abruzzo di ottenere durante la seduta della verifica trimestrale di novembre il parere positivo del Ministero dell’Economia sulla riduzione delle tasse ai cittadini.
 
L’analisi ha riguardato anche il tasso di ospedalizzazione che è passato da 268 per 1000 abitanti nel 2006 a 179 nel 2011, una riduzione legata sia alla lotta ai ricoveri inappropriati diminuiti del 30% sia alla diminuzione dei posti letto del 28% e l’Abruzzo oggi è in linea con le nuove norme imposte dal Governo sulla spending review con un tasso dei posti letto di 3,5 ogni 1000 abitanti. L’Abruzzo appena entrato nel Piano di rientro era dotato di 35 istituti, 22 ospedali pubblici e 13 case di cura private, quindi un’elevata offerta ospedaliera con un quadro di forte disomogeneità di dotazioni di posti letto tra ASL non correlate ai bisogni territoriali. E’ aumentata la percentuale dei casi complicati trattata passando da 29,43 del 2006 a 33,76 del 2010 insieme agli indici di case mix e comparativo di performance. 
 
Si è ridotto il tasso di dimissioni per tubercolosi da 1,51 a 0,88. Sono aumentati del 49% i casi trattati in assistenza domiciliare integrata, è aumentata la percentuale delle persone soddisfatte dell’assistenza ospedaliera passando dal 21,20 al 33,97 e aumentato del 12% il numero dei dimessi con cittadinanza estera. La spesa sanitaria pro-capite è passata da  1694 euro nel 2006 a 1757 nel 2011. Il percorso sanitario dell’Abruzzo negli ultimi 6 anni può essere rappresentato ponendo il confronto tra la verifica di aprile 2006 del Tavolo ministeriale dell’Economia e della Salute che lo aveva inserito tra quelle regioni non in grado di assicurare stabilità ai conti della sanità, imponendo l’aumento automatico sia dell’aliquota Irap che dell’Addizionale Irpef, con la verifica del 13 novembre 2012 in cui dopo il terzo anno consecutivo di conti in ordine ha rilasciato il nullaosta al governo regionale per la riduzione della tassazione.  Il futuro della nostra sanità è ripartire dalle nostre eccellenze, dai risultati raggiunti, dalla professionalità del nostro capitale umano e investire di più per garantire la buona qualità in sanità.
 
Il lavoro proposto analizza, secondo il Prof. Americo Cicchetti dell’Università Cattolica, partendo da una analisi di contesto della Regione Abruzzo, a cinque anni dalla introduzione, l’impatto dei piani di rientro.  
La completezza di indagine rende auspicabile la messa a sistema di una metodologia di monitoraggio utile per la valutazione degli effetti di tali politiche. L’adozione di modelli similari di analisi, anche da parte di altre realtà regionali sottoposte a medesime policy di contenimento e razionalizzazione della spesa, potrebbe generare una spirale virtuosa di conoscenza e consapevolezza.
 
Valentina Santucci
17 dicembre 2012
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