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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lettere al Direttore

Pronto soccorso e medici di famiglia. Il medico “solitario” è superato

di Saffi Giustini
24 aprile - Gentile Direttore,
voglio stemperare la polemica su questo benedetto ruolo della Medicina Generale e Pronto Soccorso e sul fatto che nella foga del “dire” si commettono errori e imprecisioni degne di una bonaria correzione. Nella risposta dell’amico Bartoletti a Polillo non è corretta e non rispondente agli sforzi che in tante realtà operative molti MMG svolgono per realizzare una buona sanità in Case della Salute anche attraverso il Chronic Care Model.
 
La Casa della salute (delle cui strutture sono assai ricche sia l’Emilia Romagna sia la Toscana), è una struttura polivalente in grado di erogare l’assistenza primaria, garantendo la continuità assistenziale e le attività di prevenzione al cui interno opera l’insieme del personale del distretto (tecnico-amministrativo, infermieristico, della Riabilitazione, dell’intervento sociale), i medici di mg (che vi eleggeranno il proprio studio associato) e gli specialisti ambulatoriali.
Si sta verificando il superamento della tradizionale figura del medico di famiglia che opera in forma “solitaria” pur salvaguardando i valori di fondo e prima di tutto il rapporto fiduciario che intercorre tra medico e paziente.
 
Dal punto di vista organizzativo, nella moderna concezione della assistenza primaria, il ruolo rivestito dalla tradizionale figura del medico “solista” si differenzia, perché il MMG ed il PLS devono essere affiancati da un gruppo di altre figure professionali sanitarie con la possibilità di un facile e pronto riferimento ad alcuni specialisti.
Se a tutto ciò si aggiunge la possibilità che il personale dipendente da altri enti od organismi, quali assistenti sociali e gli addetti ai servizi di assistenza domiciliare, possa essere inserito in programmi congiunti di azione verso gli individui ed i gruppi vulnerabili e a rischio, si completa la fisionomia del distretto come vera essenza della riforma sanitaria.
 
Per quanto attiene il Chronic Care Model pur essendo un modello “di importazione USA” la declinazione che ne ha dato, ad esempio la regione Toscana, è quella di una sanità di iniziativa attraverso un approccio multidisciplinare e multiprofessionale per contrastare gli alti costi che le cronicità producono se toccano il II e III livello di assistenza.
 
Quanto ai ruoli in sintesi riporto le funzioni e i compiti di alcuni attori dell’assistenza primaria:
Il MMG è il responsabile clinico del team e del paziente, con funzione di supervisione e orientamento della attività del team verso obiettivi condivisi, misurabili. Un MMG assume le funzioni di coordinatore.
L’infermiere ha autonomia e responsabilità per funzioni specifiche alla gestione assistenziale del paziente individuate sulla base dei protocolli operativi condivisi a livello aziendale, èimpegnato nel follow up e nel supporto al self management.
Il Medico di Comunità è al fianco della Medicina Generale:
- condividendo con le team i principi del governo clinico, garantendo livelli costruttivi di relazioni interprofessionali volte alla continuità dei percorsi nei confronti dei bisogni di salute (cure primarie, specialistiche, primo soccorso, pronto soccorso…), supportando i moduli della cronicità nella gestione dei percorsi per il malato cronico, nella attuazione degli audit organizzativi, nel monitoraggio e valutazione dei risultati della sanità di iniziativa in coerenza di valutazione territoriale, collaborando, all’interno della rete delle cure primarie, alla sperimentazione di modelli innovativi come la casa della salute, all’interno della quale equipe multiprofessionali inserite nella propria comunità locale possono costituire punti di riferimento certi per i bisogni di salute del cittadino, in coerenza con le logiche del nuovo A.C.N.
 
Inserendo tutto questo in un accordo professionale con lo Stato e le Regioni ma soprattutto con i cittadini.
 
Saffi Giustini
Medico di MG, Modulo eCCM Montale ASL n. 3 Pistoia
24 aprile 2013
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