29 luglio -
Gentile Direttore,
credo che il
dott. Cosentino, nonostante la lunga carriera politica, non abbia ancora ben chiaro il quadro reale. Faccio il medico da oltre 30 anni e da 23 anni faccio il medico di famiglia; ho visto l’epoca del “tutto a tutti” (ed era veramente “tutto”, dalle supposte di glicerina alla citrosodina...), la nascita di quell’aborto che sono le note Aifa , spacciate inizialmente come “semplici indicazioni, un aiuto nel difficile lavoro del medico” e diventate un obbligo giuridico, che implica il reato di truffa alla Stato.
Attualmente la vera povera gente, quella che è costretta ad arrangiarsi, è rappresentata dalla fascia di reddito che supera, spesso di poco, i 36.000 euro. Famiglie monoreddito, con genitori di 40-50 anni e figli adolescenti, che ancora studiano; scoprire una malattia (diabete, ipertensione, patologia polmonare cronica…) a questa età, significa doversi fare seriamente i conti in tasca.
Ci sono le esenzioni per patologia, ma sono obsolete e non coprono che in parte. Il sistema sanità morirà, se non saremo noi medici (quelli che stanno sul campo, non negli uffici) a prendere i provvedimenti. E di questo sono ormai sempre più convinti anche i pazienti! Quindi se i politici vogliono davvero fare il loro lavoro, sarà bene che si cerchino informazioni, dati e pareri presso chi questo mestiere lo fa tutti i giorni, non presso sedicenti “rappresentanti” (sindacalisti, esperti & C. ), che, impegnati a rappresentare, in ambulatorio hanno perennemente il sostituto e in ospedale stazionano ai piani alti dei direttori megagalattici.
Elisabetta Fabietti