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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Lettere al Direttore

Francia. I medici in lotta contro il vero nemico: la burocrazia

di Francesco Buono
17 marzo - Gentile Direttore,
molto interessanti le vicende francesi che vengono riportate su "Quotidiano Sanità". Pur in un contesto differente da quello italiano, che ha previsto fino a questo momento il pagamento diretto delle prestazioni dal cittadino al medico (a differenza del nostro, che prima per notulazione e poi per quota capitaria ha sempre avuto il "terzo pagatore", una volta le Mutue e poi il SSN), evidentemente il peso della crisi ha dato modo di pensare (sarebbe il caso magari di sapere se ci sono dati statistici obiettivi, donde sia derivata tale convinzione) che il cittadino tenda a risparmiare sulla salute, e quindi giustamente lo Stato se ne preoccupa. Una considerazione di fondo però mi viene spontanea. Perchè questo problema se il cittadino, dopo aver pagato, viene poi rimborsato? E perchè a loro volta i medici scioperano e protestano se, a fronte delle prestazioni rese, verrebbero, come prevede la riforma, successivamente compensati dallo Stato?

Un medio ragionatore direbbe: è la stessa cosa, a patto ovviamente che l'importo della prestazione non cambi. E invece ecco, secondo me (ma non solo, a ben leggere tra le righe dell'articolo), "il velen de lo argomento": la burocrazia. Come malefica pastoia volta al sabotaggio del fare, non è temuta tanto la "triangolazione" medico-paziente-stato in sè quanto la burocrazia volta a renderla effettiva, efficiente ed efficace. E così è evidentemente per lo status quo in terra francese, se basta tale pensiero a far diminuire l'anticipazione di denaro al cittadino con l'attuale normativa. Questo ci dà modo di considerare come un meccanismo che dovrebbe essere paragonato ad un pulsante da pigiare (la burocrazia appunto) sia assurta, come dire, a pulsante che è lui a determinare quando accendere e spegnere la luce, assumendo nei fatti un'importanza che non gli spetta. Quando vediamo che una cinghia di trasmissione assume più importanza del propulsore, dobbiamo secondo me porci una domanda sulla giustezza del percorso posto in essere, a livello micro, meso e macro.

A livello micro, quando come medici vediamo quale spreco di tempo ed energie debbano essere impiegate per questioni marginali alla Professione - qualcuno direbbe all'Arte - medica, in luogo delle questioni eminentemente tecniche che dovrebbero sostanziare il nostro essere ed il nostro agire, al punto che per esse possiamo venir premiati come sanzionati.

A livello meso quando ci rendiamo conto di come un evento fisiologico, come dovrebbero essere ad esempio le elezioni regionali, debba necessariamente comportare (per equilibri interni vari e poi per "pasticci" nell'elaborazione di norme con sequele eminentemente burocratiche che invariabilmente rallentano, ostacolano, bloccano) un "periodo di latenza" dal fare che nel migliore dei casi è pari al 20-25% della durata fisiologica della corrispondente consiliatura (quando non interrotta per motivi traumatici, altrimenti detta percentuale aumenta), a cui deve essere sottratto un ulteriore 20% per la propaganda elettorale volta alla consiliatura successiva.

A livello macro, quando prima sono tutti d'accordo nel devolvere, poi nel riaccentrare, infine nel tentare improbabili sintesi che a questo punto si scontrano con neo-poteri consolidati che non vogliono mollare l'osso che gli è stato dato, il tutto estrinsecantesi in dispositivi di legge contraddittori - e di difficile lettura - e nel rallentamento generale di una macchina che invece, ora come non mai, dovrebbe correre spedita.

Da questo punto di vista, auguro ai compatti Colleghi francesi di vincere la madre di tutte le battaglie - almeno così credo - nel Vecchio Continente, quella appunto contro questa burocrazia, o mantenendo lo stato attuale dei pagamenti o - almeno o forse sarebbe il caso di dire "meglio" - provocando una benefica crisi dell'apparato amorfo che si interpone tra le "cose da fare" conculcando i diritti di tutti.

Fosse fosse che il vituperato sistema nostro, quello appunto della quota capitaria, non sia poi così deleterio almeno nella gestione delle competenze, mi pare ben manutenzionata, veloce e non intrusiva nella vita degli individui/lavoratori?

Francesco Buono
Medico di Medicina Generale
Roma
17 marzo 2015
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