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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lettere al Direttore

Disturbi dell’alimentazione. I vantaggi della terapia cognitivo comportamentale “migliorata”

di Massimiliano Sartirana
immagine 28 maggio - Studi di efficacia dimostrano che con la Cbt-e, più efficace della terapia interpersonale, i due terzi dei pazienti completano il trattamento e ottengono un significativo aumento di peso e una diminuzione della psicopatologia specifica del disturbo Risultati che si mantengono anche a 60 settimane dalla fine del trattamento
28 maggio - Gentile direttore,
il trattamento dei disturbi dell’alimentazione negli ultimi anni ha compiuto numerosi progressi. Per la terapia della bulimia nervosa e del disturbo da "Binge Eating" l’efficacia della terapia cognitiva comportamentale è documentata da numerosi e rigorosi studi controllati. Una stretta e proficua collaborazione tra Riccardo Dalle Grave responsabile scientifico dell’Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) e Christopher Fairburn dell’Università di Oxford ha permesso di studiare l’efficacia “reale” delle ultime evoluzioni di una forma migliorata della terapia cognitivo comportamentale denominata CBT-E e di progettare studi clinici anche su pazienti affetti da anoressia nervosa, sia adulti che adolescenti, sia in un setting ambulatoriale che ospedaliero. 
 
Questi studi di efficacia hanno dimostrato che i due terzi dei pazienti completano il trattamento e ottengono un significativo aumento di peso e una diminuzione della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione che si mantengono anche nelle valutazione  a 60 settimane dalla fine del trattamento. Si tratta di risultati incoraggianti e promettenti perché ottenuti su pazienti con un sottopeso grave e provenienti dal mondo reale clinico e quindi non selezionati come generalmente avviene nei setting di ricerca sull’efficacia del trattamento.
Conferme dell’efficacia di questa forma di terapia cognitivo comportamentale sono arrivate da studi recentemente condotti in Australia, Danimarca e Germania.
 
A queste ricerche recentemente si è aggiunta un’altra ricerca sul trattamento pubblicata sulla prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy che conferma l’efficacia della CBT-E. Questa ricerca ha dimostrato la superiorità della CBT-E sulla  terapia interpersonale. I risultati hanno evidenziato che i soggetti trattati con la CBT-E avevano cambiamenti più significativi ai test che misuravano l’eccessiva preoccupazione per il peso e la forma del corpo rispetto alla terapia interpersonale. La percentuale di partecipanti trattati con CBT-E che ha raggiunto la remissione, è stata quasi due volte superiore a quella dei partecipanti trattati con la terapia interpersonale. Quasi la metà dei partecipanti trattati con la CBT-E non riportava episodi bulimici, vomito autoindotto o uso improprio di lassativi alla fine del trattamento, rispetto al 21,7%  dei partecipanti trattati con l’IPT. I cambiamenti osservati sono stati maggiori tra i partecipanti che hanno concluso il trattamento con una remissione in circa 3/4 di partecipanti trattati con la CBT-E rispetto a solo poco più più di un terzo in quelli trattati con l’IPT. Nelle valutazioni a 60 settimane dalla fine del trattamento il tasso di remissione di quelli trattati con la CBT-E è rimasta significativamente superiore.
 
Nonostante queste importanti evidenze purtroppo nel mondo e tanto più in Italia ci sono prove che questi trattamenti basati sull’evidenza sono raramente messi a disposizione delle persone che soffrono di questi problemi e quando, nell’ipotesi migliore, sono resi disponibili sono spesso eseguiti senza soddisfare i criteri minimi di adeguatezza.
Dati americani e inglesi indicano che solo il 35-39% dei terapeuti riporta di utilizzare la CBT come prima approccio e meno del 4% dei medici di famiglia usa le linee guida per informare i pazienti sui trattamenti da scegliere.
 
Aidap da anni è sensibile alla questione di offrire trattamenti basati sull’evidenza e alla loro disseminazione e sta moltiplicando i suoi sforzi per cercare di favorire la disseminazione della CBT-E. La speranza è quella di contribuire a far sviluppare in Italia una cultura basata sull’evidenza scientifica che garantisca in futuro, ai nostri pazienti e ai loro cari, trattamenti psicologici specialistici e di sempre maggiore qualità.
 
Massimiliano Sartirana

Psicologo Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso)
28 maggio 2015
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