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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Lettere al Direttore

Aziende uniche Ssn/Università. Non ci si limiti a critiche miopi che non portano beneficio a nessuno

di Nicolò de Manzini
17 novembre - Gentile direttore,
mi spiace constatare come la discussione su un punto della legge di stabilità, relativa all’integrazione tra le Aziende Ospedaliero Universitarie e quelle Territoriali, scivoli mestamente su un inutile e obsoleto confronto tra Ospedale e Università. Il Segretario di Anaao Assomed parla di “aspetti ordinamentali affidati a cordate e a baronie”: mi farebbe piacere che condividesse la giornata lavorativa di un professore ordinario di un reparto di chirurgia in cui vengono operati 2000 pazienti all’anno, o di un altro reparto che ha la più alta percentuale di trapianti epatici complessi in Italia, o di uno che si occupa “solo” di 400 pazienti con malformazioni linfatiche ed è uno dei tre-quattro centri in Italia a trattarli.
 
Questi presunti baroni dirigono un’attività assistenziale perlomeno uguale rispetto a quella ospedaliera, coordinano una Scuola di Specializzazione a cui partecipano con tutta la loro dignità dei colleghi ospedalieri, fanno didattica, formazione e ricerca solo perché fanno assistenza, contrariamente a quanto afferma il Presidente Acoi, e hanno un carico di lavoro clinico che li costringe a scrivere la domenica o la sera. Sono affiancati da Professori Associati e Ricercatori con un carico di lavoro nella pratica quotidiana analogo a quello dei colleghi ospedalieri, grazie al quale possono fare una valida attività di ricerca e assistenza. L’Università è cambiata, se non altro nel metodo e nel confronto con l’utenza, con l’estero, con i colleghi nell’ambito delle Società Scientifiche. Certo, ci sono delle anomalie con alcuni reparti universitari ridotti ai minimi termini da politiche scellerate del passato, ma vogliamo continuare a criticarci sui nostri aspetti meno dignitosi o vogliamo progredire? Vogliamo parlare di carriere universitarie affidate al nepotismo, e di carriere ospedaliere affidate all’appartenenza a partiti, a sindacati o, peggio, a poteri trasversali?

Cominciamo a parlare di coesione e di merito, nel rispetto della dignità di ognuno, cosa che tutti coloro che lavorano molto stanno facendo senza pensare alle etichette e all’appartenenza, pensiamo a come allertare, aiutare e se necessario sanzionare chi non lavora bene, senza protezioni di qualunque tipo.
 
La discussione sulle Aziende Universitarie Locali dovrebbe vertere piuttosto sulla modalità di distribuzione delle risorse, sulla creazione di percorsi assistenziali centrati sul paziente, sul ruolo coordinato di ospedale e territorio, con in ultimo la ricaduta anche su chi impara. Non sono certo la persona più competente per giudicare in toto questo aspetto della legge, ritengo soltanto che gli argomenti di critica che sono stati accampati siano perlomeno miopi, propri delle battaglie di retroguardia che non portano beneficio a nessuno.
 
Professor Nicolò de Manzini
Presidente Collegio dei Professori Ordinari di Chirurgia
17 novembre 2015
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