toggle menu
QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lettere al Direttore

Orario lavoro. E, finalmente, è arrivata l’Europa a fissare le regole

di Franco Lavalle
4 dicembre - Gentile direttore,
che il medico lavorasse al limite delle possibilità noi dell'USSMO (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri) lo dicevamo da tempo e, così, tutti i medici, alla fine hanno avuto il riconoscimento ufficiale del loro disagio lavorativo e dell’usura da questo prodotta. Purtroppo la politica e chi la governa, è stata sempre insensibile al problema e, le continue sollecitazioni, da un orecchio sono entrate e dell'altro sono uscite.
 
Ed i medici, per dovere deontologico, giù a fare notte di guardia e mattina in reparto e ambulatorio o tutto il giorno in sala operatoria. Collezionando orario di lavoro aggiuntivo, e non remunerato, ad libitum.
E a nessuno importava se questa cosa andava contro le regole e contro la salute del professionista.  Non pochi medici hanno pagato anche con la vita lo stress di questa attività frenetica. L’importante era far funzionare la struttura con amministratori e primari che hanno spremuto  i medici come limoni. L’importante era far funzionare la “giostra”.
 
Con la gente che ha affollato ambulatori e reparti chiedendo, a volte con arroganza, di essere serviti, come giusto che sia, senza rendersi conto se il medico che avevano di fronte aveva lavorato oltre il suo normale orario di lavoro e che era lì, presente a visitarli, solo per senso del dovere e per amore del prossimo. E, a quante polemiche abbiamo assistito sulle liste di attesa? Come se fosse colpa dei medici che queste si allungavano nonostante si tentasse l’azzeramento e nessuno, tranne USSMO, sembrava rendersi conto che queste crescevano per la carenza delle piante organiche.
 
E non parliamo poi dei contenziosi legali per gli eventi dei quali i pazienti sono stati, a torto o a ragione, vittima.  Allora, il medico già oberato da turni massacranti, non è più la persona a cui chiedere, oltre ogni limite, di prestargli la cura, ma diveniva all’improvviso un nemico incompetente contro il quale scagliarsi per ottenere il massimo del beneficio economico per il suo presunto errore. E questo è un altro problema serio che tra poco si solleverà. Quando non ci saranno più chirurghi a trattare i casi a rischio perché i contenziosi sono cresciuti in maniera eccessiva. Oppure quando i reparti chirurgici chiuderanno perché non ci saranno più medici che vorranno accedere a queste specializzazioni ove tra rischi e costi assicurativi l’esercizio della professione sarà sempre più difficile. Ma di questo, come detto, ci occuperemo fra qualche tempo.
 
Peccato, però, per gli amministratori. Quando il sistema pensava di essere riuscito a far funzionare, male, le strutture sanitarie sulla pelle dei medici è arrivata l’Europa a dire basta! Non il nostro Stato a tutelarci, ma gli altri paesi che hanno avuto contezza delle condizioni limite in cui i medici pubblici lavorano. Benvenuta Europa  con le disposizioni circa l’orario di lavoro e se anche la norma risale al 2003, finalmente l’Italia l’ha dovuta recepire, giusto in tempo, prima che il SSN spirasse.
 
Franco Lavalle
Segretario Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri (Ussmo)
4 dicembre 2015
© QS Edizioni - Riproduzione riservata