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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lettere al Direttore

La dirigenza infermieristica e la lungimiranza dei calabresi. E in Lombardia cosa ne pensa l’Ipasvi? 

di Gianni Melotti
29 gennaio - Gentile direttore,
ho letto con vero interesse quello che sembra venire dalla Calabria per quel che riguarda le Dirigenze di Area per le professioni sanitarie. Una battaglia che sto portando avanti, praticamente in solitaria, da almeno sedici anni. Ora pare che i Collegi Ipasvi della Calabria, con il Comitato infermieri dirigenti, auspichino la piena realizzazione di quanto previsto dalla legge 251/2000. A tal fine chiedono alle istituzioni di velocizzare l'iter di recepimento della PL n. 51 sull’Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e delle professioni sociali.
 
Fatta questa doverosa premessa e dato atto agli infermieri calabresi di avere una lungimiranza che, ad oggi, sembra non avere eguali, sarei veramente curioso di sapere quale sia l’orientamento dei Collegi Ipasvi della Lombardia, ancora troppo spesso avvinghiati agli astrusi Sitra,  di quel passaggio della legge regionale 11 agosto 2015  n. 23 sull’ Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo, che sembra sconfessarli clamorosamente quando all’articolo 7 comma 8 così recita:
Alla direzione sanitaria e/o alla direzione sociosanitaria, secondo le indicazioni della direzione generale, nei settori aziendali polo ospedaliero e rete territoriale afferiscono le professioni sanitarie, ordinate sulla base di una specifica organizzazione, da definire nei piani di organizzazione aziendale, che garantisca una direzione delle attività di assistenza, tecnico sanitaria, prevenzione e riabilitazione, nelle aree previste dalla legge 10 agosto 2000, n. 251 (Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche,della riabilitazione, della prevenzione nonchè della professione ostetrica)”.
 
Gianni Melotti
Fisioterapista
29 gennaio 2016
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