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QS Edizioni - domenica 28 aprile 2024

Lettere al Direttore

Ridurre l’orario di lavoro degli specializzandi è un grave errore

di Gregorio Maldini
16 marzo - Gentile Direttore,
ho letto con sincera preoccupazione il parere del Direttore del Ministero della Sanità Rossana Ugenti con il quale si conferma che anche gli specializzandi saranno sottoposti all'orario di 48 ore massimo nel corso di una settimana. Se questi orari saranno confermati, il risultato finale, non facilmente dimostrabile oggi, saranno centinaia se non migliaia di casi di decessi e complicazioni gravi soprattutto nelle discipline che prevedono interventi invasivi. Il training dei chirurghi italiani è notoriamente già tra i peggiori al mondo. Riducendo a un massimo di 48 ore a settimana le attività dei medici in formazione qualcuno dovrebbe spiegarmi come faranno i giovani medici ad acquisire le competenze tecniche per affrontare interventi sempre più complessi dall'uso di tecniche avanzate come laparoscopia e robotica. Nel frattempo le aspettative del pubblico sono in costante aumento.

Questo è già un problema molto sentito negli USA dove lavoro da tanti anni. Dal 2003 l'orario settimanale è stato ridotto a "sole" 80 ore a settimana. La qualità del training è calata drammaticamente. La maggior parte dei giovani chirurghi americani (circa l'80%) fa una fellowship spesso di due anni perché non se la sente di affrontare il lavoro in maniera autonoma. C'è addirittura una nuova fellowship che si chiama transition to practice che permette a chi non si sente pronto di lavorare autonomamente di ricevere aiuto da chirurghi più esperti. Il training USA è comunque ancora ben organizzato. Io insegno con piacere ai giovani medici in base al loro anno di training e capacità individuali.

Sarebbe interessante sapere se questa riduzione dell'orario è ben accetta dagli specializzandi o se al contrario loro vorrebbero lavorare di più.
Io durante il training lavoravo tra le 110 e 120 ore a settimana. Sembrano tante ma passavano in fretta perché ogni giorno imparavo tantissimo. È ovvio che per motivare un medico giovane bisogna trattarlo con rispetto e farlo operare tanto. I nostri giovani vengono spesso trattati malissimo dai docenti delle scuole di specialità. Sarebbe veramente ora di cambiare mentalità da parte del corpo docente ed insegnare ai nostri ragazzi come diventare bravi medici non solo tecnicamente ma anche sotto l'aspetto etico della professione. Queste queste cose richiedono tanto tempo e 48 ore non bastano di certo. 
 
Gregorio Maldini 
Chirurgo epatobiliare diplomato dall 'American Board of Surgery, Straub Hospital, Honolulu (USA)
 
16 marzo 2016
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