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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lettere al Direttore

L’osteopatia è una professione, altrettanto nobile di quella del fisioterapista

di Stefano Pompili
8 maggio - Gentile Direttore,
sono un Fisioterapista dal 1981 e nel 1995 dopo 6 anni di studi mi sono diplomato in Osteopatia prima in Italia e successivamente anche in Francia dove questa professione è legalmente riconosciuta e il mio titolo di “Osteopata” è accreditato presso il Ministero della Sanità di questo paese.
 
Faccio questa premessa perché ritengo di poter esprimere con cognizione di causa il mio parere sul riconoscimento della figura dell’Osteopata in Italia.
Leggo sul suo giornale pareri assolutamente contrari a che questo avvenga anche in Italia da parte di colleghi Fisioterapisti, per lo più iscritti all’AIFI (che va detto rappresenta una piccola percentuale dei professionisti operanti in Italia), adducendo motivazioni riguardo all’irritualità del procedimento e alla mancanza di una qualche valenza scientifica dell’osteopatia.
 
Vorrei far notare a chi ci legge, senza addentrarmi in macchinosi ragionamenti legati a leggi codici e quant’altro, che l’Osteopatia è nata alla fine del 1800 negli Stati Uniti e da allora si è diffusa in quasi tutti i paesi occidentali del mondo (Australia, Canada, Giappone, Sud America, Russia, solo per citarne alcuni) ed in Europa dagli inizi del ‘900 prima in Inghilterra e poi in quasi tutti gli altri paesi della Comunità  Europea.
 
Negarne la validità scientifica vuol dire innanzi tutto non considerare tutti i lavori pubblicati in tanti anni nel mondo, ma soprattutto mi chiedo: i Paesi che ho citato, dove l’Osteopatia è una professione riconosciuta, sono forse culturalmente più arretrati di noi?
 
E ancora perché i colleghi dell’AIFI negano la validità scientifica di questa professione  ma allo stesso tempo dicono che è praticabile solo dai Fisioterapisti, magari con una specializzazione biennale?
 
Ho praticato la Fisioterapia per tanti anni e la ritengo una delle più belle e nobili professioni che si possano esercitare, ma l’Osteopatia è un’altra professione, altrettanto nobile e  che richiede un percorso di studi serio ed approfondito, come quello in 5 anni e 300 crediti formativi secondo le indicazioni dell’OMS e delle norme CEN,  così come viene proposto da molte scuole presenti in Italia con un altissimo livello qualitativo e con programmi didattici assolutamente sovrapponibili a quelli presenti nei Paesi Europei dove l’Osteopatia è riconosciuta.
 
Sono ormai migliaia gli Osteopati  italiani che hanno affrontato questo percorso con grande passione e sacrificio e che hanno raggiunto competenze al pari dei loro colleghi Europei, ma che a differenza di questi non hanno ancora visto una regolamentazione dell’Osteopatia nel proprio di Paese.
 
Opporsi al riconoscimento dell’Osteopatia e della Chiropratica è un atteggiamento miope, lobbistico e anacronistico; ricordiamoci che in Europa è prevista la libera circolazione dei  professionisti, e il mancato riconoscimento ci esporrebbe tra l’atro a possibili sanzioni oltre alla solita immagine di arretratezza culturale rispetto ai diritti di milioni di persone che vogliono scegliere come curarsi.
 
Stefano Pompili 
Osteopata e Fisioterapista
8 maggio 2016
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