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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lettere al Direttore

Osteopatia. Si definisca il ciclo di studi e il profilo professionale

di Michela Podesta'
13 giugno - Gentile direttore,
per quanto possa sembrare strano, condivido buona parte delle affermazioni del Presidente nazionale del Gruppo di Terapia Manuale - AIFI, nonostante egli stesso mi accusi di non conoscere i contenuti dei Rapporti OMS, citati dalla sottoscritta a margine del mio resoconto della legge che il Consiglio nazionale svizzero ha approvato nei giorni scorsi, equiparando di fatto l’osteopatia alle professioni mediche nell’istituzione di un nuovo registro delle attività sanitarie. Non ritengo utile a nessuno alimentare la polemica che i fisioterapisti ci ripropongono ogni volta che si parli di osteopatia in termini di prospettiva sanitaria. Demando quindi alla lettura della mia breve lettera, come pochi giorni fa pubblicata.
 
Lusingata per tanta attenzione, sostengo umilmente nella mia funzione di osteopata con laurea estera al termine di studi magistrali (cinque anni- 4800 ore, classificazione europea EQF 7), che l’Osteopatia è Medicina tradizionale e complementare anziché “alternativa”. E, senza voler approfondire i termini di in una disquisizione semantica, riferisco che, a mio avviso, una pratica assistenziale complementare alle altre cure sanitarie non possa essere considerata alternativa nel senso di sostitutiva e oppositiva alle stesse. La stessa Agenzia Nazionale Sanità (Age.Na.S.) accredita corsi ECM in osteopatia per tutte le figure sanitarie proprio in virtù delle verifiche di efficacia e dei pertinenti ambiti di complementarietà per la stessa disciplina. Mi auguro che i rappresentanti della professione sanitaria fisioterapica, dopo aver messo in discussione gli obiettivi legislativi, non vogliano contestare anche le iniziative attuali e pregresse del Ministero della Salute.
 
Come acclarato dai contenuti della norma europea CEN, nessuno può accusare gli osteopati europei di essere professionisti “sedicenti”, privi di competenze avvalorate dall’evidenza. Nemmeno il ricorso strumentale alle disquisizioni australiane e alle polemiche internazionali, spesso alimentate ad arte per interessi tutt'altro che scientifici, può eludere che l’osteopatia sia utile alla Sanità, qualora adeguatamente normata ai fini della sua migliore integrazione.
 
Ed è proprio su questo punto che condivido le preoccupazioni del Presidente Albertoni. Egli, giustamente, richiama l’esigenza di rapportare i percorsi formativi, ovvero le competenze acquisite dai professionisti, alle attività che essi potranno svolgere in termini autonomi e non sovrapponibili alle altre attività assistenziali. Infatti, mi sembra assolutamente logico senonché giuridicamente corretto definire contestualmente il ciclo di studi caratterizzante e il suo corrispondente profilo professionale. La stessa norma CEN, più volte richiamata in precedenti interventi insieme al Disciplinare dell’Istituto IEMO, traccia gli indirizzi europei unanimemente condivisi sul tema. Questo vuol dire che esistono chiari rapporti internazionali che rappresentino doveroso riferimento per gli osteopati italiani e ineludibile elemento istruttorio per il legislatore. Anche in questo caso demando ad attenta lettura dei documenti.
 
Infine, nel mio ruolo di insegnante partecipe al progetto pedagogico di autorevole Istituto nazionale, condivido col sig. Presidente la profonda fiducia nelle medicine convenzionali, allopatiche e, ovviamente, tradizionali, sostenendo la necessità che queste, nessuna esclusa, promuovano dimostrazioni di efficacia ed attestino evidenze ogni qualvolta sia possibile. L’Osteopatia lo sta facendo da decenni!
 
Nel riferimento alla disfunzione somatica, oggetto di indagine e trattamento osteopatico segnalo infine la seguente, breve bibliografia:
 
1) Fryer G. - Somatic dysfunction: updating the concept. Aust J Osteopathy 1999;10(2):14- 9;

2) Van Buskirk R. – Nociceptive reflexes and the somatic disfunction - a model. J Am Osteopath Assoc.1990;90(9):792-809;

3) Roger FJ, D’Alonzo GE, Glover JC, Korr IM, Osborn GC, Patterson MM, e al. Proposed tenets of osteopathic medicine an principles for patient care. J Am Osteopath Assoc. 2002; 102(2): 63-5;

4) Rumney IC - The relevance of somatic disfunction. I Am Osteopath Assoc. 1975;74(8): 723 -5;

5) Sleszynsky SL, Gloneck T, Kuchera WA –Standardized medical record: a new outpatient osteopathic SOAP note form; validation of a standardized office form against physician’s progress notes. J Am Osteopath Assoc 1999; 10:516-29;

6) Kuchera ML – Osteopathic manipulative considerations in patients with cronics pain. J Am Osteopath Assoc 2005;105 (9 Suppl.4)): 29-36.
 
Michela Podestà
Osteopata D.O./Associazione Professionale degli Osteopati 
13 giugno 2016
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