toggle menu
QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Lettere al Direttore

Referendum costituzionale. Alcuni spunti di riflessione sulla sanità, ma non solo, in vista del voto

di Mariano Cherubini
2 novembre - Gentile Direttore,
la legge di riforma costituzionale, segue diversi tentativi infruttuosi, svoltisi tra il 1983 e 2013, promossi anche da leader attualmente contrari, tentativi,  volti a semplificare aspetti burocratici e costi dello Stato, perseguendo  maggiore efficienza, migliore dinamismo e tempestività.  
 
Un aspetto interessante, perché coinvolge le aspettative della popolazione, riguarda la salute. I rapporti etico-sociali risultano preservati, con il riconoscimento dei diritti della famiglia, l’educazione e la cura dei figli, le provvidenze previste per maternità, infanzia, gioventù (art. 31), la tutela della salute collettiva e individuale, l’istruzione, gli ordinamenti autonomi universitari.
 
Sono indiscussi il diritto al lavoro, parità di genere e un’adeguata protezione della donna, cure gratuite agli indigenti.  Vengono modificati gli assetti parlamentari, per ridurre le spese della politica (vedi referendum del ‘ 78, abolizione finanziamento pubblico ai partiti). Viene creata una nuova istituzione funzionale, il Senato, che potrebbe incrementare il rapporto strutturato Stato-Regioni.
 
Lo scopo potrebbe essere: portare le Regioni dentro un Senato, dove potranno dire la loro su alcune leggi fondamentali (Enrico Rossi, Qs 7.10.2016). La normativa per i senatori di nomina presidenziale sarà diversa dall’attuale (art. 59). L’art. 68 si riferisce alle libertà personali dei rappresentanti, più protettive rispetto a quelle dei cittadini. Viene recepita l’importanza democratica del referendum, delle leggi di iniziativa popolare (art. 71), delle strutture governative e giuridiche, adeguate alla governance.
 
Nel rapporto Stato-Regioni viene concessa una certa autonomia a queste,  in rapporto  all’assenza di squilibri di bilancio e alla presenza di trasparenza (art 97 e 116). Viene definita una maggiore presenza dello Stato nelle politiche di tutela della salute (art. 117), quelle sociali e coinvolgenti il lavoro, la sicurezza alimentare, il governo del territorio e la protezione civile.
 
Viene prestata attenzione ai fattori di indebitamento (art. 81), che di fatto  allontanano dalle prospettive di pianificazione sanitaria e dagli incentivi di spesa, creando problemi alle ” Regioni a minor capacità di gestione” (Focus Tematico 9/15) e soprattutto al contribuente.  Le dotazioni della spesa sanitaria dovrebbero raggiungere almeno quelle dei paesi industrializzati (Fig. 1).
 

 
La presenza della necessità dei piani di rientro (risanamenti condivisi) è indice di situazioni di offerta ospedaliera eccedentaria, inappropriatezza, problemi della spesa farmaceutica, squilibri finanziari (MEF, agosto 2016).
 
Non sussiste collegamento con le provincie, ma sono citate le città metropolitane. E’ indicata l’Unione Europea, istituzione ormai da considerare presente nella Costituzione, per una politica rispondente ai principi e interessi coerenti e comuni (art. 117), una volta non previsti, determinati anche da situazioni belliche ed economiche, auspicabilmente in assenza di imposizioni di divieti, guide precostituite e dirigismi.
 
La tutela dei beni culturali e paesaggistici, dell’ambiente e dell’ecosistema, attribuendo al cittadino un’attiva partecipazione, potrebbe rassicurare su danni provocati da disattenzioni e incuria locale, che portano il nostro Paese, talora, all’attenzione internazionale, con ripercussioni dannose sanitarie ed economiche.
 
Sull’interessamento relativo all’energia (art. 117) è tempo di provvedere, seguendo i dettami internazionali su inquinamento ambientale, effetto serra, monitoraggi adeguati, pianificazione territoriale, organizzazione di servizi sanitari e sociali, promozione di beni ambientali, culturali e paesaggistici e correzioni di eventuali ripercussioni sulla salute.
 
Vengono ricordati due principi: quello della sussidiarietà e della leale collaborazione, che con la partecipazione a un fondo perequativo per regioni povere, potrebbero rappresentare un obiettivo efficace.
Le valutazioni delle certezze e perplessità, sui temi trattati, nell’ambito di una modernizzazione istituzionale ed europea, coinvolgente sanità, salute ed ambienti di vita e lavoro, potrebbero rappresentare un ulteriore criterio di riflessione e di giudizio, il 4 dicembre 2016.
 
Mariano Cherubini
Docente Universitario (Trieste), Medico Chirurgo Specialista
Presidente ISDE FVG
2 novembre 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata