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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Lettere al Direttore

Università e monopolio del sistema formativo: una scelta perdente

di M.d'Arienzo, A.Conte e P.Di Silverio (Anaao Giovani)
7 febbraio - Gentile Direttore,
riceviamo ormai quotidianamente, da parte dei medici in formazione, nuove segnalazioni sul mancato rispetto della legge sull’orario di lavoro. Tale norma (161/2014) riguarda anche gli specializzandi, così come ribadito dal Ministero della Salute, ma viene disapplicata costantemente da parte di molti Atenei, continuando a mettere a serio rischio la salute dei Pazienti e dei giovani medici.
 
Siamo alle solite. Come molte volte osserviamo, il problema della nostra bella nazione non è tanto la legge, ma il controllo dell’applicazione della stessa, ed oggi tale controllo, soprattutto in ambito formativo, appare quanto mai autoreferenziale.
 
Succede così che anche la rete formativa ospedaliera per la formazione dello specializzando, che in teoria dovrebbe essere parte integrante del suo percorso, diventi addirittura arma di ricatto da parte del docente universitario, oppure che i periodi di formazione all’estero, sulla carta funzionali alle esigenze formative dello specializzando, diventino ‘discrezionali’ a seconda del volere del Direttore di Scuola.
 
L’Università attualmente ha l’esclusivo controllo sulla formazione medica che appare, nel crudo confronto con le altre realtà europee, obsoleta e forbita di tecnicismi puramente teorici, lasciando poco spazio alla pratica.
 
Ne esce fuori un prodotto che, immesso sul mercato, ha un appeal quanto meno discutibile.
Nel processo di controllo della qualità formativa il controllore e il controllato sono lo stesso ente (sempre l’Università!) e gli organismi preposti al controllo di “secondo livello”, ovvero gli Osservatori Nazionali e Regionali, non funzionano come dovrebbero, sono stati costituiti in modo eterogeneo, o peggio non sono, in alcune realtà, neanche attivi.
 
Essi, ove esistono, sono sostanzialmente cristallizzati, sfruttati semplicemente per legittimare quanto già esistente.
 
È facile intuire che la differenza tra formare bene, formare, formare male o non formare è totalmente a discrezione dei Direttori di Scuola, perché, anche nel caso non svolgessero diligentemente la loro funzione, per loro non cambierebbe nulla in quanto sempre e comunque “intoccabili”.
Così non va.
 
Gentile direttore, come sempre riteniamo utile, sollevare problemi e al contempo proporre soluzioni.
 
Ci pare imprescindibile creare un canale diretto ed integrato tra Università e territorio. Anaao Assomed ha già illustrato in passato la potenzialità di una vera integrazione tra ospedale ed università nello sviluppo dei percorsi post-lauream, con il modello dei teaching-hospital, con regole chiare che impediscano le storture attuali.
 
Pochi punti, semplici ed efficaci:
- ultimo biennio di specializzazione con contratto di formazione-lavoro a tempo determinato;
 
- le strutture candidabili alla contrattualizzazione dei medici in formazione dovrebbero avere, oltre a volumi di prestazioni compatibili con percorsi di qualità, anche una "patente" di affidabilità per l'impiego dei suoi operatori;
 
- ultimo biennio con sede a scelta esclusiva dello stesso specializzando, che può optare da una lista di strutture ospedaliere accreditate quella che più gli aggrada per completare la sua formazione, con possibilità di scegliere anche una struttura ospedaliero-universitaria. Le Aziende accreditate avrebbero l’obbligo di contratti atipici al massimo al 2% e piante organiche al completo nei precedenti 6 mesi. Le Aziende che non dovessero essere in regola con tali parametri, si vedrebbero dunque precludere la possibilità di avere medici in formazione;
 
- commissione mista universitaria-ospedaliera con presenza di “cultori della materia” individuati dal Ministero della Salute, o meglio ancora un ente terzo per certificazione delle competenze e capacità acquisite, che esamini la casistica anno per anno, valutando la coerenza di job descriptions e libretti, certificando passaggi di anno e conseguimento del titolo.
 
Infine, ma non per ordine di importanza, con il contratto di formazione-lavoro nel biennio conclusivo, lo specializzando, oggi ibrido studente-lavoratore, verrebbe considerato come un lavoratore vero e proprio, con tutti i diritti e le tutele che ne conseguono. Questi diritti oggi sono solo parzialmente concessi, spesso discrezionalmente, in quanto la legge che li istituisce è fumosa e poco comprensibile, permettendo interpretazioni fantasiose.
 
Il tempo ci ha insegnato che le visioni monopoliste hanno fallito, lasciando alla fine spazio alla pluralità, al confronto.
 
Quella del medico, è una professione, anzi una missione di un’importanza vitale per l’essere umano.
 
Riteniamo che la formazione medica oggi sia una vera e propria questione sociale, immaginiamo un medico che acquisisca la consapevolezza e la capacità di adeguarsi ai cambiamenti delle esigenze della popolazione, immaginiamo un medico che acquisisca capacità tecniche atte a reggere il confronto con i colleghi europei, un medico con un’etica salda, votato sempre e comunque alla salvaguardia della salute, un medico che non perda mai la passione per la propria scelta di vita, immaginiamo infine un medico sicuro, in un ospedale sicuro,
 
Perché la nostra immaginazione non resti un sogno, una chimera, occorre rivedere profondamente il senso della formazione medica, al di là dei tecnicismi, speriamo semplicemente che i nostri ‘suggerimenti’, che si trasformeranno in proposte di cambiamento attivo, suscitino l’interesse delle istituzioni, perché solo con il coinvolgimento attivo di chi lavora ogni giorno, di chi ogni giorno vive la strana questione della formazione in Italia, potremo trovare una soluzione reale a problemi tanto annosi quanto gravi che minano oggi, il medico di domani.
 
Direttore noi non perderemo la nostra forza e la nostra costanza nel rendere pubblici i problemi, perché siamo convinti che insieme possiamo ottenere grandi risultati.
 
Saremo idealisti? Per il momento restiamo convinti che i sogni possano diventare realtà e il nostro messaggio ai colleghi, alle istituzioni non può che trasformarsi da un chimerico ‘immagina e poi…’ in un realistico … ‘immagina…puoi…’
 
Matteo d’Arienzo
Coordinatore Anaao Giovani Emilia Romagna
 
Alessandro Conte
Direttivo Nazionale Anaao Giovani
 
Pierino Di Silverio
Direttivo Nazionale Anaao Giovani
7 febbraio 2017
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