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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Lettere al Direttore

La Fnomceo e la questione femminile. Come risolverla?

di Annarita Frullini
31 gennaio - Gentile direttore,
nel triennio 2018-2020 il Comitato Centrale, massimo organo di governo della FNOMCeO, sarà composto da 13 medici uomini e 4 odontoiatri uomini. È un fatto che ignora l’equilibrio di genere nella rappresentanza in una professione dove, da tempo, uomini e donne sono in sostanziale equilibrio numerico. La parità uomo-donna costituisce l’applicazione di un principio e non l’applicazione di semplici percentuale, e spesso le donne esprimono la volontà di essere presenti come persone umane nella loro interezza e non come “rappresentanti” di una parte.
 
Il presidente Filippo Anelli nella sua agenda politica ha inserito il coinvolgimento della componente femminile in tutti i processi decisionali e in tutte le attività della Fnomceo, con una partecipazione attiva e una effettiva la presenza.
Come dare corpo alle sue parole?
 
A Davos si svolge da anni il World Economic Forum. Nel 2017 era stata incentivato l’aumento numerico delle donne presenti, sia in platea sia relatrici, regalando un biglietto del valore di 25.000 euro a quei gruppi che fra i 4 delegati previsti avessero incluso almeno una donna. Nel 2018 per la prima volta nei 48 anni di storia del WEF di Davos si è voluto un comitato scientifico di sette grandi personalità della società, della politica e dell’economia mondiale: tutte donne.

Si è dunque rimosso il tetto di cristallo, si è creata una classe dirigente capace e diversa? Al di là della “vetrina” delle sette donne autorevoli solo un quinto dei partecipanti era di sesso femminile: la loro presenza ha alzato la media di un solo punto percentuale.
 
In Italia la presenza di entrambi i sessi nelle istituzioni è garantita da leggi. Il Rosatellum, la legge elettorale con la quale voteremo a marzo, prevede che nessuno dei generi possa essere rappresentato in misura superiore al 60% e che le liste plurinominali debbano rispettare l’alternanza di genere. Una garanzia di partecipazione solo in parte di risultato.
 
Buone volontà e leggi non bastano per assicurare una presenza femminile. Lo sa bene anche Filippo Anelli: “Il tema della rappresentatività di genere rappresenta un problema culturale in ogni ambito nel nostro paese e non si può risolvere semplicisticamente con le quote.”
 
Tuttavia il favorire “l’equilibrio di genere e il ricambio generazionale nella rappresentanza” è un concetto espresso nella legge Lorenzin. Nel Parlamento con la maggior presenza di donne nella storia della Repubblica, l’iniziale parola “garantire” è stata sostituita dalla parola “favorire“.
Dovremo su questo argomento costruire i decreti attuativi con attenzione, anche seguendo quanto realizzato nel mondo delle professioni dall’Ordine Forense, che primo in Europa, ha regolamentare l’equilibrio della rappresentanza.

Circa la FNOMCeO vale la pena di ricordare che nel 2011 Amedeo Bianco, su richiesta dell’Osservatorio della professione femminile, inserì colleghe in quei gruppi della Federazione “che sono il cuore battente, i terreni più attivi e fertili. Questo apporto di genere nelle attività centrali è una valorizzazione esplicita delle donne, un allargare la partecipazione nella vita della nostra istituzione.”

Parallelo a questa trasversalità di presenze femminili nei gruppi di lavoro della FNOMCeO, nel 2012 rimase anche l’Osservatorio con il compito di attuare i temi sviluppati nel documento “Proposte per una ri-organizzazione del lavoro in sanità.” Dopo ampie analisi, individuate le criticità, era il tempo di cercare soluzioni, creando reti oltre la rappresentanza istituzionale e fra le professioni, anche attivando sinergie con i sindacati per consentire alle donne medico di meglio vivere la professione.

Oggi con la presidenza Anelli “un sindacalista prestato alla vita degli Ordini,” potrebbero trovare nuova forza interazioni ordinistiche e sindacali con richieste di flessibilità e welfare modulato sulle fasi del ciclo di vita delle persone, perché la FNOMCeO non ha la possibilità di intervenire concretamente in termini legislativi/contrattuali e socioeconomici.

Per avere donne candidate al CC della Federazione è stato necessario aspettare il 2015: allora vi furono Roberta Chersevani e la sottoscritta, Annarita Frullini. Nel 2018 Carolina De Vincenzo è entrata “nell’esclusivo club delle candidate al CC”.

La presenza di Roberta Chersevani, eletta presidente in un CC tutto maschile, non poteva da sola essere sostitutiva dell’equilibrio nella rappresentanza. È stata “stimolo alla partecipazione per tutte le donne medico” ma le è mancata una “ massa critica” per far sedimentare e crescere una presenza di genere nell’istituzione ordinistica.

Presidente di transizione, ha maturato esperienze che devono essere considerate risorsa per uomini e donne perché oggi è necessario comprendere come anche nella professione medica il destino degli uomini sia legato a quello delle donne e viceversa. Andranno quindi attivate relazioni costruttive fra generi e culture, dove le cose viste/ascoltate/percepite/comprese andranno correlate fino a creare, nel rispetto di validi valori, progettualità discontinuità e innovazione.
 
Quali gli strumenti? Fondamentale sarà investire adeguate risorse economiche sia nella comunicazione sia nella cultura di genere e generazionale.
Sarà necessario investire perché vi sia una presenza congrua di risorse femminile per compensare la mancata presenza in ruoli istituzionali della Federazione.

Sarà necessario investire nella trasparenza perché i percorsi e i processi decisionale della FNOMCeO siano disponibili e conoscibili a tutti i medici. La condivisione della conoscenza accresce la conoscenza stessa, favorisce la partecipazione verso obiettivi e strategie.
 
E vale la pena ricordare il senso delll'empowerment: conquista della consapevolezza di sé e del potere di decidere la propria vita e di rivendicare i propri diritti, mobilitazione per una costante attenzione all’uguaglianza di genere. Credo che le donne medico che lavorano nella realtà quotidiana chiedano una partecipazione interattiva perché certo non sono soggetti passivi, in attesa di soccorso e formazione.

Auguro che, oltre questa prima riunione fra CC e le presidenti OMCEO e CAO, il lavoro continui.
 
Annarita Frullini
Medico donna
31 gennaio 2018
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