18 febbraio -
Gentile direttore,
persiste una campagna diffamatoria nei confronti del massofisioterapista, tale da doverne sconfessare ogni minimo dettaglio, a tutela dell'intera categoria. Abbiamo scelto la vostra testata per chiarire tale situazione.
E' dal lontano 1985 che il Consiglio di Stato continua a dire che il massofisioterapista è professione sanitaria e più volte ha ribadito che non è una figura soppressa (per i curiosi invitiamo a leggere le sentenze del Consiglio di Stato n.5225/2007 e n. 3218/2011). Tuttora esistono le scuole e i corsi di formazione che devono essere autorizzati dalle regioni, con apposita delibera regionale. E' assolutamente falso sostenere, inoltre, che la fine dei massofisioterapisti corrisponde alla pubblicazione del DPCM del 26 luglio 2011 che sancisce di fatto l'equipollenza di tali professionisti diplomati prima del 1999.
I diplomati dopo tale data (i famosi post-99) non sono equipollenti ma la non equipollenza non è motivo giuridicamente valido per sostenere che qualsiasi professione non sia più spendibile. La legge 403/71 è attualmente in vigore e non è mai stata abrogata, e lo stesso discorso vale per i decreti ministeriali del 7 settembre 1976 e del 1997 n.105 che rappresentano l'attività operativa che svolge il massofisioterapista.
Come se non bastasse anche l'Antitrust e lo stesso Ministero della Salute hanno riconosciuto la validità e la spendibilità dei titoli in questione e pertanto è ora di dire basta a tutte quelle associazioni o pseudo-tali che sputano veleno contro una professione regolarmente normata. E' utile anche per loro mettere la parole fine a questa guerra, perchè non è contro di noi ma contro la legge stessa. Che tutti prendano atto che in Italia ancora esiste questa professione di carattere riabilitativo.
Luca De Martino
Vice-segretario nazionale SIMMAS (Sindacato italiano massofisioterapisti e massaggiatori sportivi)