29 marzo -
Gentile Direttore,
soldati in trincea in una guerra dal nemico invisibile, ormai non si contano più i Medici di tutte le discipline che hanno perso la vita svolgendo il proprio lavoro. La nostra gente è commossa e ammirata dal loro sacrificio, giornali e tv narrano storie di dedizione e di impegno fino al sacrificio estremo. Commozione, ammirazione ma anche rabbia. Perché è ormai evidente a tutti gli italiani che oggi raccogliamo i frutti avvelenati di decenni di abbandono dei Medici al loro destino, nella stupida illusione che tanto non succederà mai nulla e nella tronfia sicurezza di avere il migliore sistema sanitario del mondo.
Al di là delle attestazioni di ammirazione e di vane promesse sull’arrivo dei dispositivi per la protezione (lo sentiamo dire da più settimane), nessuno ha fatto nulla per gli operatori sanitari mandati allo sbaraglio a “mani nude”, senza protezione, senza difese. Si ha quasi l’impressione che questo sia normale e ci si stia arrendendo al pericoloso fatalismo dell’ineluttabilità della tragedia e della convinzione che tanto non si può fare di più.
Per questo mi rivolgo alla politica (quella che ha un’anima), ai Ministri, alla Protezione Civile che aveva e ha il compito di reperire e distribuire il materiale sanitario perché è grande la sofferenza di noi Medici ed è ancora più grande l’indignazione della gente.
“Sarà la storia a giudicare il nostro operato” ha detto il Presidente Conte nel suo intervento in Parlamento. Sono un medico e rappresento, come Presidente dell’Ordine, migliaia di medici della provincia di Vicenza e non intendo esulare dal mio compito avventurandomi, con plauso o con critiche, nell’ambito delle decisioni politiche.
Ma mi permetto di affermare, che non è necessario attendere la storia per definire superficiale, inadeguato e colpevole l’inqualificabile ritardo delle Autorità nel mettere in guardia e proteggere con gli adeguati ausili i medici che dovevano rappresentare il primo baluardo contro l’epidemia.
Un ritardo che è il primo responsabile delle morti dei nostri Medici e dell’averci trasformato da curanti a diffusori del virus.
La storia si basa sui fatti e i fatti sono già chiari ed evidenti. Mi chiedo: dal 31 gennaio quando è stato dichiarato lo stato di emergenza “in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, (Gazzetta Ufficiale 1 febbraio 2020 pag. 7 e 8) al primo provvedimento della Protezione Civile del 25 febbraio per fronteggiare la pandemia, che cosa è stato fatto? Che misure sono state prese per proteggere il personale sanitario? Quali protocolli sono stati decisi e come sono stati informati e allertati i Medici?
I Medici si sono fidati delle dichiarazioni del 27 gennaio del Presidente del Consiglio secondo il quale l’Italia era “prontissima” ad affrontare l’emergenza perché erano state adottate misure cautelative “all’avanguardia” e messi a punto adeguati “protocolli di prevenzione”.
Concordo con chi dice “col senno di poi” è troppo facile criticare e quindi non mi avventuro sul sentiero della polemica. Ritorno però alla storia, ai fatti, a quei 25 giorni che dovevano essere sfruttati per dotare tutti i medici dei necessari presidi sanitari. A quei primi 4,6 milioni di euro per “incrementare il personale medico” e non per proteggerlo. Come fossimo carne da cannone da sostituire, via via che cade, con altri contingenti. Ci si è attivati per aumentare le forze in campo e reclutare nuovi medici (compresi medici e infermieri cubani o russi), ma poco ci si è impegnati a proteggere e difendere i sanitari impegnati in prima linea.
Perché, signori del Governo? Lo dirà la storia? No, lo dicono le decine di Medici morti anche a causa di quei 25 giorni di vergognoso ritardo nel dotarli dei doverosi presidi per poter sopravvivere. Piangerli ora e chiamarli “eroi” non li fa ritornare in vita.
Attendete pure il giudizio della Storia, ma nell’attesa sia chiaro quello dei Medici che, pur con grande preoccupazione per la propria incolumità e quella dei propri cari, non si tirano e non si tireranno mai indietro.
Beata quella società che non ha bisogno di eroi perché può contare su politici affidabili e preparati!
Michele Valente
Presidente Ordine Medici di Vicenza