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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Lettere al Direttore

Risolvere la carenza di infermieri è prioritario per potenziare l’assistenza domiciliare

di Cyrille Ferrachat
27 novembre - Gentile Direttore,
sono il Direttore Generale di Medicasa, la società del Gruppo Air Liquide che opera nell’assistenza domiciliare integrata, e che, in tutta Italia, con oltre 1.500 operatori sanitari, assiste 40mila pazienti fragili, cronici, non autosufficienti al proprio domicilio. Ho letto con attenzione la memoria della Corte dei Conti sulla prossima legge di Bilancio, che, nella parte che riguarda il personale medico e infermieristico, non fa che certificare ciò che chi è impegnato quotidianamente nell’assistenza domiciliare riscontra da diversi mesi.
 
La carenza di personale, in particolare infermieristico, che lavora sul territorio è stata aggravata dalle misure prese per contrastare la pandemia, tanto da rendere difficile assicurare gli attuali livelli di assistenza e pressoché impossibile sviluppare nuovi servizi a domicilio. In larga misura, gli oltre 16.500 infermieri assunti nel sistema pubblico per fronteggiare l’emergenza sanitaria sono operatori che garantivano il presidio del territorio, assistevano anziani in RSA, lavoravano a casa di malati cronici e fragili: proprio quei settori che tutti dicono di voler potenziare, per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario, sono nei fatti stati depauperati, saccheggiati, impoveriti.
 
Le riforme in Sanità non camminano solo sulla capacità di visione dei politici e sulle competenze amministrative delle Regioni, ma sulle gambe e sulle braccia del personale sanitario. Il potenziamento della medicina territoriale, dell’assistenza domiciliare passa per la formazione e la disponibilità di infermieri, OSS, medici e personale di riabilitazione, che oggi, semplicemente non ci sono. Si possono stanziare miliardi, ma, senza personale, malati gravi e cronici dovranno sempre essere ricoverati per trovare assistenza.
 
Tanti nostri pazienti ci chiedono come mai continua a cambiare l’infermiere, l’OSS, la persona che da mesi si prendeva cura di loro. Anche le associazioni di pazienti lamentano il venir meno di adeguata assistenza a domicilio, soprattutto per quelle patologie croniche e degenerative che rendono lunga e complessa la vita e quindi l’assistenza dei malati.
 
Mi pare quindi che sia necessario intervenire in modo deciso e rapido su questo punto, per evitare di stanziare risorse che non possono essere spese, elaborare modelli che non possono essere implementati, stendere piani che rimarrebbero per forza, solo sulla carta. L’aumento del personale sanitario passa, a medio lungo termine, attraverso una crescita decisa dei posti nelle facoltà che formano personale infermieristico, nonché attraverso l’adeguamento di programmi e corsi che sviluppino le competenze di una assistenza territoriale e domiciliare.
 
Più a breve termine è indispensabile che anche il personale infermieristico del sistema pubblico possa, abolendo la clausola di esclusiva, prestare servizio anche nelle attività domiciliari, compatibilmente con il tempo del proprio impiego; che infermieri in pensione possano riprendere a lavorare nell’assistenza domiciliare; che siano attivati canali rapidi di equiparazione dei titoli di personale infermieristico di paesi esteri.
 
Ci aspettiamo che il Governo dia corpo e possibilità di attuazione ad ogni riforma e intervento di potenziamento dell’assistenza domiciliare, altrimenti saranno inutili tutti i milioni stanziati, e, ancora più grave, sarà resa vana la lezione appresa così a caro prezzo durante la pandemia.

Cyrille Ferrachat
Amministratore Delegato Medicasa Italia Spa - Gruppo Air Liquide
27 novembre 2020
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