toggle menu
QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Lettere al Direttore

Ecco perchè il G20 sul clima ha fallito

di Coordinamento Nazionale di Chi si cura di te?
2 novembre - Gentile direttore,
si è concluso domenica il G20 di Roma, il summit delle maggiori potenze economiche mondiali. A dispetto delle parole di Draghi, che afferma di aver riempito di sostanza i “bla bla bla”, il documento conclusivo del G20 sancisce il fallimento del summit in termini di impegno per il contrasto alla crisi climatica.
 
Se è stato sancito l’impegno di mantenere il riscaldamento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C entro il 2030, tuttavia non è stato stabilito alcun vincolo né disposta alcuna iniziativa concreta per raggiungere tale obiettivo minimo. In particolare, non è stato stabilito il limite temporale per la decarbonizzazione, che secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change dovrebbe avvenire entro il 2050.
 
Anche la riduzione delle emissioni fissata per il 2030 è insufficiente, stabilita al 30%, quando invece dovrebbe essere del 50% entro il 2030, così come è insufficiente il sostegno ai paesi in via di sviluppo per sostenere la transizione ecologica.
 
Se queste sono le premesse, possiamo immaginare che anche la COP26, che si è aperta ieri a Glasgow e che dovrebbe definire le iniziative per mettere in pratica quanto promosso dal G20, avrà risultati estremamente limitati rispetto a quanto sarebbe necessario.
 
Come donne e uomini di scienza dobbiamo guardare e affidarci ai dati della letteratura internazionale: senza interventi radicali non sarà possibile impedire la catastrofe climatica.
 
Non agire in maniera netta ed urgente, significa condannare la terra alla sesta estinzione di massa, alla scomparsa degli stati insulari e delle città costiere, significa sacrificare una parte di umanità.
I potenti della terra, che in questi giorni hanno deciso, ancora una volta, di anteporre i profitti alla salute delle persone, ne saranno fra i principali responsabili.
 
Il fallimento del G20 ci dimostra che gli imperativi dettati dalle proiezioni dell’IPCC non possono essere demandati a chi a chi è integrato nel sistema che ne è stato la causa.
 
Per questo continueremo ad impegnarci, come medicз, come professionistз della salute, nel movimento globale che lotta per l’affermazione di un modello sociale, economico e produttivo basato sulla salute e sulla cura delle persone e dell’ambiente.
Per questo abbiamo lanciato e stiamo portando avanti, insieme a tanti colleghi e ad altre associazione, la campagna Doctors For Future (https://doctorsforfuture.wixsite.com/website).
La giustizia climatica deve essere una priorità per tutte e tutti. Lasciarla in secondo piano rispetto ad altri interessi, significa condannare il pianeta ad un destino che sarà presto inevitabile.
 
Il Coordinamento Nazionale di Chi si cura di te?
Per la campagna “Doctors For Future”
 
2 novembre 2021
© QS Edizioni - Riproduzione riservata