In Piemonte, negli ultimi 5 anni, il numero di professionisti che operano in strutture sanitarie pubbliche è calato di circa 1500 unità, “un dato allarmante che impatta in modo determinante sull’erogazione dei servizi verso i cittadini”. La rilevazione arriva dalla Cimo Fesmed Piemonte. “Anche in Piemonte – dice il segretario regionale del sindacato,
Sebastiano Cavalli - come nel resto del Paese, il personale sanitario che opera nelle strutture pubbliche è in netto calo. Nella nostra regione stimiamo una perdita secca di 1500 professionisti, il che si traduce in maggiori difficoltà a rispondere in modo tempestivo alle richieste dell’utenza”.
Solo per quanto riguarda il personale medico piemontese, riferisce la Cimo Fesmed Piemonte, “dal 2019 al 2021, sono quasi 250 i medici che hanno lasciato le strutture ospedaliere pubbliche, e nel mezzo ci sono state le assunzioni straordinarie fatte in piena emergenza Covid19”. Oggi le stime del sindacato sono ancora più pessimistiche, complici i turni massacranti a cui sono sottoposti i medici ospedalieri e le condizioni economiche e di crescita professionale davvero poco incoraggianti.
“Come sindacato auspichiamo che quanto dichiarato dal Presidente
Alberto Cirio, in occasione della presentazione ufficiale dell’Osservatorio sul personale sanitario, coordinato proprio dalla Regione Piemonte, ovvero 2000 assunzioni entro il 2024, diventi presto realtà e in tal senso vigileremo con estrema attenzione - puntualizza il segretario Cimo-Fesmed Piemonte – che aggiunge “ puntiamo all’obiettivo lavorare tutti e lavorare meglio, il che implica anche svolgere la professione in strutture sicure, funzionanti e dotate di tecnologie all’avanguardia. Il Piemonte in termini di eccellenza e sapere medico è tra i primi posti in Europa, dobbiamo alzare l’asticella anche dal punto di vista della qualità e soprattutto delle tempistiche di erogazione dei servizi all’utenza”, conclude Cavalli.