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QS Edizioni - giovedì 9 maggio 2024

Le aliquote che potrebbero aumentare

14 maggio - Una mini stangata di 60 euro per l’addizionale Irpef che ricadrà su tutti i contribuenti. A questo andrà ad aggiungersi un ulteriore aggravio, l’Irap, l'imposta pagata da chi ha un'attività produttiva, che sarà ancora più pesante: per un lavoratore autonomo l'aumento dovrebbe viaggiare sui 45 euro; per le società di persone sarebbe in media di circa 130 euro; per le grandi imprese, infine, la cifra potrebbe essere a tre zeri. Il “conto”, se per il semplice cittadino si fermerebbe a 60 euro, potrebbe salire a poco più di 100 per un lavoratore autonomo e a circa 190 euro per una piccola impresa. È questo il risultato dell'aumento “automatico” che rischia di scattare nelle 4 regioni che, non riuscendo a riportare in equilibrio i propri conti sanitari, potrebbero ora dover adeguare le due loro maggiori imposte: Irap e addizionale Irpef.
 
Il Patto per la salute
L’ultima legge finanziaria, contenente il Patto della salute, prevede che, in caso di disavanzo sanitario scatti automaticamente un aggravio dell'addizionale regionale Irpef dello 0,30% e dell'Irap dello 0,15%. Per chi dunque sfora sulla Sanità, non ci sarà più il blocco dell’addizionale Irpef e nemmeno il tetto dell’Irap al 4,82%, che ora potrebbe quindi salire al 4,97%. Le regioni a forte rischio stangata sono Calabria, Campania, Lazio e Molise.
 
Addizionale Irpef
Quest’imposta viene pagata da tutti i contribuenti residenti nella regione e si somma alle normali aliquote applicate dal “fisco statale”. Poiché, in base alle ultime dichiarazioni dei redditi, gli italiani indicano una media di reddito pari a 18.677 euro, l'incremento di 0,30% percentuali significa un rincaro di poco inferiore ai 60 euro. Tutte e quattro le regioni interessate applicano un'aliquota che, al momento, è dell’ 1,40% e che quindi rischierebbe di salire all’ 1,70%. Le altre regioni, invece, non potranno variare le loro aliquote, “congelate” dalle ultime finanziarie. In gran parte delle regioni si pagherà così lo 0,9% (Basilicata, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Toscana, Trento, Valle d'Aosta) mentre in altre rimarranno aliquote differenziate in base al reddito. Ad esempio in Lombardia lo 0,9% fino a 15.4993 euro di reddito, l'1,30% tra questo importo e i 30.987 euro, l’ 1,40% al di sopra di questa soglia.
 
Irap
L'Irap è l'imposta che si applica alle attività produttive che hanno sede in una specifica regione. Non si applica sul “reddito” ma sul “valore aggiunto”, non consentendo di scaricare alcuni costi, come quelli del lavoro o di eventuali indebitamenti. In pratica è un’ imposta pagata da tutte le imprese e dai lavoratori autonomi. Anche sull'Irap le regioni nel “mirino” per deficit, sono quasi tutte al livello massimo previsto, ossia il 4,82%: cioè del 3,9% dell'aliquota ordinaria, ai quali si aggiungono 0,92% aggiuntivi. Questo “tetto” però non vale per chi sfora i conti nella sanità, e quindi per Calabria, Campania, e Lazio si potrebbe arrivare a quota 4,97%.
Il Molise, invece, che al momento è al 3,9%, potrebbe salire al 4,05%. L'aggravio dipende in buona parte dal livello del valore aggiunto: per le persone fisiche l'imponibile era di circa 31.600 euro e quindi l'aggravio dello 0,15% potrebbe aggirarsi sui 45-50 euro, per poi salire ai 130 euro per le società di persone che in media hanno un valore aggiunto imponibile di 85.580 euro. Ovviamente per le società di grande taglia l'aumento potrebbe diventare una stangata: per le società di capitale, un imponibile medio di 727.000 euro si tradurrebbe in 1.050 euro di Irap aggiuntiva.
 
 
G.R.
14 maggio 2010
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