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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

La replica dell’Anaao: “Da Ulss e Aou risposta inaccettabile. Prosegue il rifiuto di un confronto tempestivo coi lavoratori"

16 ottobre - “È inaccettabile la risposta dell’AULSS 6 Euganea alla richiesta indirizzata ai direttori generali dell’Euganea e dell’Azienda Ospedale-Università di Padova dai rappresentanti dei medici ospedalieri della maggior parte delle sigle sindacali (Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil), che ai sensi della normativa hanno chiesto un primo tavolo di consultazione e confronto dopo l’annuncio sul passaggio del Sant’Antonio programmato per il 1° gennaio 2020. Con otto righe lapidarie dal tono meramente burocratico inviate ieri, l’Euganea si è limitata a richiamare sulla ‘vicenda che interessa l’ospedale Sant’Antonio’ solo le norme sul trasferimento di ramo d’azienda, offrendo algide rassicurazioni di rito secondo cui ‘le prerogative sindacali ivi previste saranno sicuramente salvaguardate’ e che ‘in quella sede tutte le informazioni e ogni richiesta saranno compiutamente esaminate’, ma senza aprirsi a un incontro a breve”. Così l’Anaao Veneto e Aulss 6 replica al comunicato congiunto con cui Ulss e Aou hanno motivato il silenzio con i sindacati rispetto al procedimento di cessione dell’ospedale all’azienda ospedaliera.

Per il sindacato “peccato”, però, “che il tempo – e non solo – è tiranno, e che gli istituti contrattuali attualmente vigenti tutelino i lavoratori con una discussione e un confronto sulle problematiche inerenti questa cessione da tenersi” invece “prima dell’adozione degli atti interni di organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro” ed “obbligatoriamente” in caso di “organizzazione e disciplina di strutture, servizi ed uffici, ivi compresa quella dipartimentale e distrettuale, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche”. “Così recita la normativa - evidenzia l’Anaao -, a prescindere da quanto unicamente richiamato dall’Euganea, che comprimerebbe ogni discussione nel mese di novembre in un teatrino che rasenta la beffa, visto che la comunicazione per iscritto di trasferimento avviene almeno venticinque giorni prima alle rispettive rappresentanze sindacali, le quali inviano entro sette giorni la richiesta di un esame congiunto, da avviarsi entro sette giorni dal ricevimento della predetta richiesta: “la consultazione si intende esaurita qualora, decorsi dieci giorni dal suo inizio, non sia stato raggiunto un accordo”. Facendo due conti, praticamente a Natale."

"Nonostante quanto peraltro richiamato sulla mobilità dei dipendenti del Sant’Antonio anche da una nota dell'8 luglio us del Direttore Generale Sanità e Sociale Regione Veneto dott. Domenico Mantoan, e le ripetute richieste protocollate dei sindacati, le Amministrazioni continuano ad aumentare le distanze dai lavoratori, peggiorando le relazioni sindacali già precarie, ridotte ingiustamente a un lumicino fra vaghe speranze di tempistiche che vorrebbero scandire in codici e codicilli un dialogo inesistente”, attacca l’Anaao.

“Così facendo prosegue il muro di gomma di apparati che prendono il poco tempo rimasto giocando sulle decisioni dell’ultimo minuto – commenta il segretario aziendale Anaao Assomed della Aulss 6 Mirko Schipilliti, medico al Sant'Antonio – con amministratori e politici trincerati nel silenzio della più cinica burocrazia, confermando di non offrirsi ad alcun tempestivo, autentico e reale confronto democratico e professionale, e alimentando solo il clima di incertezza e insicurezza che continua a danneggiare il benessere lavorativo di medici e operatori sanitari del Sant’Antonio, se di benessere si può ancora parlare”.

“Che la storia insegni che cambiamenti e transizioni spaventino - conclude l’Anaao - non è certo il caso della cessione del Sant’Antonio, frutto solo di giochi di potere sulla pelle di pazienti, cittadini e lavoratori. Pur nel rifiuto di una tale operazione, Anaao Assomed ha pertanto inviato un sollecito al rispetto di tutti i dettami contrattuali prima che vengano attivate le procedure sul trasferimento, perché si convochino con urgenza specifici tavoli sindacali e si riunisca anche la Commissione bilaterale Ospedale Sant’Antonio, convocata solo una volta nel luglio scorso. La normativa prevede che quest’ultimo organismo sia finalizzato ad approfondire specifiche problematiche ‘in particolare concernenti l'organizzazione del lavoro in relazione ai processi di riorganizzazione delle aziende ovvero alla riconversione o disattivazione delle strutture sanitarie” con il “compito di raccogliere dati relativi alle predette materie - che l’azienda è tenuta a fornire - e di formulare proposte in ordine ai medesimi temi’”.
16 ottobre 2019
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