toggle menu
QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Livia Turco: "Usare la Croce come gesto violento contro la sofferenza delle donne è una blasfemia"

1 ottobre - "Ieri sono stata al Cimitero Flaminia di Roma con Luisa Ercoli e le altre componenti della bella associazione Differenza Donna. Volevamo trovare la Croce su cui è scolpito il nome di Marta anche se il corpo sepolto non è il suo ma quello del figlio non nato. Volevamo condividere la sofferenza della umiliazione e della violenza subita.Tante croci, molte anonime, altre con il volto di bimbi, altre, tante, con nomi di donne. Il nome della madre è trasmesso al figlio non quando il figlio nasce ma quando è impossibilitato a nascere. Il nome della madre è trasmesso al figlio/a come colpa da espiare e non come gioia e creazione", così Livia Turco in un post sulla sua pagina facebook.
 
"La Croce per me è simbolo di amore. Che la croce sia usata come gesto violento verso una donna che ha vissuto una lacerazione ed una profonda sofferenza è una blasfemia, che rompe l'ordine simbolico, che umilia le donne e che deturpa il senso della croce. Difronte a gesti di così profonda disumanità le parole delle donne non possono che essere le parole del coraggio e dell'amore. Noi siamo le costruttrici della vita, le scrittrici della vita. La bellezza della donna è quella di generare la vita, la vita umana, sociale, culturale. Le nostre parole sono e saranno sempre di vita e di amore. Con questa forza abbiamo cambiato il mondo. Con questa forza cambieremo il mondo", conclude l'ex ministro della Salute.
 
1 ottobre 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata