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QS Edizioni - mercoledì 15 maggio 2024

Taglio cesareo: proporzione su parti primari (media esiti Italia 28,34%)

9 maggio - La proporzione di parti effettuati con taglio cesareo è uno degli indicatori di qualità più frequentemente usato a livello internazionale per verificare la qualità di un sistema sanitario. Questo perché il ricorso inferiore al cesare risulta sempre associato a una pratica clinica più appropriata, mentre diversi studi suggeriscono che una parte dei tagli cesarei è eseguita per “ragioni non mediche”. Eppure il numero dei parti con taglio cesareo è andato progressivamente aumentando in molti Paesi. In Italia, in particolare, si è passati da circa il 10% all’inizio degli anni Ottanta al 37,5% nel 2004, la percentuale più alta d’Europa, che in media si assesta ad una quota inferiore al 25%.
Per non distorcere il confronto tra ospedali, è necessario tenere in considerazione le possibili variabili di rischio cesareo delle pazienti che si recano nelle diverse strutture: il taglio cesareo è, infatti, indicato in molte situazioni cliniche, come, ad esempio, complicanze a carico della placenta o del cordone, distress fetale, infezione da Hiv, sproporzione feto-pelvica; inoltre differenze socio-demografiche o nella disponibilità dei servizi per le gravidanze ad alto rischio aumentano la probabilità di un cesareo.
L’indicatore viene calcolato come proporzione di parti con taglio cesareo primario (primo parto con taglio cesareo di una donna), essendo altissima la probabilità (superiore al 95%) per le donne con pregresso cesareo di partorire di nuovo con questa procedura.
 
Un dato importante emerge dall’analisi della proporzione di parti con taglio cesareo primario nelle quattro regioni del nord est, solo una struttura (in Veneto) ha ottenuto un esito sfavorevole segnato in rosso, per il resto, nella maggioranza dei casi i numeri presentano un quadro molto positivo con performance al di sotto della media italiana e statisticamente corrette. Nella Pa di Bolzano il primo esito è stato quello dell’Ospedale di Silandro con il 7,2%, mentre l’ultimo esito è stato fatto registrare dall’Ospedale di S. Candido  con il 25,3%, dato quest’ultimo, in ogni caso, al di sotto della media.
Ottime performance anche nella Pa di Trento. L’esito migliore, segnato in blu, è quello dell’Ospedale di Tione di Trento con 15,1%, mentre l’esito peggiore è del Presidio ospedaliero di Arco con il 26,4%.
Ottimi esiti anche in Veneto dove solo due strutture superano la media italiana, ma solo una è contrassegnata in rosso, ed è quella del Presidio ospedaliero di Trecenta con il 39,5%. Tra le migliori perfomance, tutte corrette statisticamente, troviamo invece l’ Ospedale Ca' Foncello di Treviso 5,5% seguito dal Pres. Osp. Esr Veronese di Bonifacio con l’8,7%.
9 maggio 2012
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