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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Assistenza ospedaliera

2 gennaio - “In ospedale solo se necessario, nel segno dell’appropriatezza”. È questo lo slogan della Toscana per il futuro della sanità ospedaliera prevista nella delibera di riorganizzazione della sanità regionale. Obiettivi: migliorare l’efficienza di funzionamento degli ospedali toscani e aumentarne l’appropriatezza di utilizzo. Insomma, in ospedale quando è necessario, nel posto giusto e per il tempo necessario, con qualità presente ovunque.

Tra le soluzioni indicate nella delibera: segmentare il bisogno chirurgico garantendo un utilizzo migliore delle sale operatorie e dei reparti di degenza; realizzare focused hospital specializzati sulla media complessità; migliorare l’organizzazione degli ospedali, aggiornando e potenziando i modelli per intensità di cura, gestione dei processi e flusso del valore per il paziente.

“Il tasso di occupazione dei posti letto – spiega la Regione in una nota - dovrà essere uguale o superiore all’85% (attualmente è molto diversificato da un presidio all’altro). Il parametro dei posti letto dovrà essere ridotto dagli attuali 3,7 per 1.000 abitanti a 3,15 (inclusa riabilitazione e lungodegenza). Anche il tasso di ospedalizzazione dovrà ridursi dagli attuali 139 ricoveri per 1.000 abitanti, allineandosi all’obiettivo di 120 ricoveri per 1.000 abitanti”.

Per quanto riguarda i punti nascita, come previsto dalla legge nazionale, i parti dovranno concentrarsi in strutture dove si effettuano almeno 500 parti l’anno (salvo eccezioni in base alla collocazione geografica, in particolare l’insularità, per cui verranno adottate particolari soluzioni organizzative); rimane l’obiettivo nazionale dei 1.000 parti l’anno dal 2014, “per il quale sono allo studio soluzioni che ne permetteranno il raggiungimento, nel rispetto delle esigenze locali”.

Per individuare le attività di ricovero ad alto rischio di inappropriatezza e mettere in atto strategie per ridurle, la Regione istituirà una task force che avrà appunto il compito di verificare, in base a precisi parametri, l’appropriatezza delle prestazioni ospedaliere. “L’analisi della potenziale inappropriatezza dovrebbe comportare la riduzione di quelle prestazioni per le quali non esistono consolidate evidenze scientifiche di reale beneficio per i cittadini”.
 
2 gennaio 2013
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