Prosegue a ritmo spedito la campagna di vaccinazione antinfluenzale nelle farmacie del Veneto. A quasi un mese dall’avvio (16 ottobre 2023), le somministrazioni complessive sono state 17.134. Nell’ultima settimana, quella dal 6 al 12 novembre, le vaccinazioni sono state 6.230 con un consistente incremento rispetto a quelle precedenti. A fornire i dati è Federfarma Veneto.
Nel dettaglio, le vaccinazioni antinfluenzali in farmacia sono state 662 nell’ULSS 1 Belluno; 2.385 nell’ULSS 2 Treviso; 2.224 nell’ULSS 3 e 326 nell’ULSS 4 Venezia; 1.247 nell’ULSS 5 Rovigo; 3.322 nell’ULSS 6 Padova; 614 nell’ULSS 7 e 1.273 nell’ULSS 8 Vicenza; 5.081 nell’ULSS 9 Verona. Per quanto riguarda i soggetti ricorsi alla vaccinazione, sono 14.993 quelli eleggibili aventi diritto gratuitamente al vaccino e 2.141 quelli non eleggibili paganti. Cresce il numero delle farmacie che hanno effettuate almeno una somministrazione: in un solo mese di campagna 2023-2024 si è toccata quota 411, già superiore alle 407 dell’intera campagna 2022-2023.
“In questi giorni entriamo nel clou della campagna vaccinale, noi farmacisti abbiamo sempre suggerito di vaccinarsi a novembre – dichiara
Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto – . I dati confermano le sensazioni che stiamo riscontrando in farmacia: davanti a una patologia influenzale che oggi non ha ancora raggiunto la diffusione dell’anno scorso, quando l’influenza era iniziata già a novembre, i più giovani sono poco interessati al vaccino e la domanda è piuttosto bassa. Dagli aventi diritto invece la risposta è buona”.
“Le farmacie vaccinatrici – evidenzia Bellon - hanno già superato il numero di quelle dell’anno scorso, una farmacia su tre in Veneto vaccina ed è un buon risultato tenendo conto che tante, per motivi di spazio, non possono vaccinare all’interno dei locali. Ci attendiamo che la domanda cresca nelle prossime due settimane. Ricordiamo che gli elenchi delle farmacie vaccinatrici sono consultabili e in costante aggiornamento sui siti internet delle Aziende Socio Sanitarie”.
In farmacia, ricorda Federfarma, possono vaccinarsi gratuitamente i soggetti over 60; i maggiorenni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze; donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza e nel periodo post partum; i donatori di sangue; i soggetti dai 18 ai 59 anni addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo come operatori sanitari, forze dell’ordine, vigili del fuoco; i soggetti che, per motivi di lavoro, sono a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. I soggetti tra 18 e 60 anni che non hanno diritto alla vaccinazione gratuita, ma vogliono ugualmente rivolgersi alla farmacia di fiducia, possono farlo a pagamento a un prezzo calmierato di 6.16 euro oltre al prezzo del vaccino.
Due le tipologie di vaccini somministrabili in farmacia: per tutti i soggetti da 18 a 64 anni il quadrivalente split/sub unità – QiVe – Influvac S Tetra (Mylan); per tutti i soggetti di età uguale o maggiore a 65 anni il quadrivalente adiuvato MF 59 – Fluad Tetra (Seqirus).
C’è poi il fronte Covid. L’avvio delle somministrazioni in farmacia è partito più tardi rispetto all’antinfluenzale e oggi le farmacie del Veneto che hanno aderito alla campagna vaccinale contro il Covid sono 145 (Belluno 3; Treviso 22; Venezia 13; Rovigo 19; Padova 26; Vicenza 17; Verona 45). Complessivamente sono state ordinate 273 confezioni di vaccino per un totale di 3.276 potenziali dosi somministrabili.
“Non disponiamo ancora di dati completi per un’analisi attendibile, i vaccini ci sono stati consegnati soltanto a inizio novembre – prosegue Bellon sul versante Covid – . Molte farmacie si sono concentrate sull’antinfluenzale e solo adesso iniziano a gestire il vaccino anti Covid. Mi aspetto un aumento significativo delle farmacie aderenti perché la domanda sta aumentando. Con gli hub vaccinali chiusi, i pazienti che ci contattano riferiscono che fanno fatica a vaccinarsi presso i medici di medicina generale e al distretto, dove le somministrazioni sono attive, la richiesta è molto alta e non riescono a soddisfarla velocemente. Quindi li indirizzano alle farmacie”.