Dopo mesi di proteste da parte dei lavoratori dell’Idi San Carlo di Roma per il mancato conseguimento degli stipendi da parte dallo scorso mese di agosto, è intervenuto il Prefetto di Roma,
Giuseppe Pecoraro, che, nel corso di un incontro con i sindacati si è detto “disponibile ad intervenire per chiedere lo sblocco della somma stanziata dalla Regione Lazio alla Asl Roma E, pari a 7 milioni di euro”. Pecoraro, si è anche impegnato a vigilare, dopo un confronto con il Commissario ad acta per la Sanità nel Lazio,
Enrico Bondi, sulla riorganizzazione delle strutture e sul mantenimento dei livelli occupazionali. Invierà alla magistratura, inoltre, una richiesta di sblocco delle risorse per l’acquisto dei materiali indispensabili al mantenimento delle prestazioni.
“Esprimiamo soddisfazione per gli impegni che il Prefetto di Roma ha assunto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori delle strutture sanitarie del Gruppo Idi Sanità. Si tratta del primo rappresentante istituzionale che ha accettato di riceverci, dopo giorni e giorni di proteste, sit-in e manifestazioni”, hanno commentato il segretario dell’Ugl Sanità Roma e Lazio,
Antonio Cuozzo, e il coordinatore dell’Ugl Sanità Roma Nord,
Antonino Gentile. Auspichiamo – concludono i sindacalisti – che questo sia un primo passo verso la rapida risoluzione di questa difficile vertenza”.
“Siamo soddisfatti dell’impegno che si è assunto il Prefetto di Roma per pagare gli stipendi dei 1500 lavoratori più i 300 dell’indotto che da 4 mesi non lo percepiscono pur garantendo la continuità del servizio”, ha detto il responsabile Sanità della Cisl Fp di Roma,
Roberto Chierchia a margine della riunione. “L’aspetto più grave riguarda la Regione Lazio che in questa vicenda non sta dicendo nulla né sta mettendo in campo azioni per risolvere la drammatica situazione dei lavoratori del gruppo Idi San Carlo – ha concluso il sindacalista - un silenzio inammissibile per un’istituzione che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini”.
Soddisfazione anche da
Giovanni Torluccio (Uil Fpl), che auspica che l’impegno del prefetto si traduca presto in realtà ma esprime anche preoccupazione per il datto che “il caso Idi diventi il primo di una lunga serie”,
“Sono 1800 tra dipendenti dell’Istituto e delle cooperative, persone in carne ed ossa, non numeri, che a fine mese non portano a casa il necessario per sostentare la famiglia e che non sanno quale sarà il loro futuro perché fino ad oggi l’Istituto e la Regione hanno ignorato tutte le nostre richieste di incontro per capire qual è la situazione e l’entità vera dei problemi”. Per questo la Uil Fpl torna a soccleciare “ancora una volta l’istituto e la Regione a confrontarsi sugli interventi necessari a risanare l’IDI e a rilanciarlo”. “Il nostro primo obiettivo – ha proseguito il leader della Uil Fpl - è sicuramente la tutela salariale e occupazionale dei lavoratori – che non devono pagare il conto di errori commessi da altri - ma chiediamo anche un impegno perché un patrimonio professionale insostituibile non venga disperso e perché venga salvaguardata una struttura d’eccellenza, da sempre fiore all’occhiello del servizio sanitario regionale e nazionale e punto di riferimento europeo in campo dermatologico. Certo è, però – ha concluso Torluccio - che se la sanità continua ad essere vista, a secondo della prospettiva, come un costo da tagliare o come un mercato su cui lucrare il caso dell’IDI rischia di essere il primo di una lunga, drammatica serie”.