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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Regioni e Asl

Lazio. L'attacco dei sindacati medici a Zingaretti: "Viaggia nella vecchia direzione"

immagine 6 agosto - Le principali sigle della dirigenza medica e sanitaria, tramite una nota congiunta, osservano che la regione "continua ad essere fanalino di coda per i livelli essenziali di assistenza". E annunciano. "Senza un cambio di rotta, promettiamo una stagione di aperto conflitto". 
“La macchina amministrativa della Regione Lazio continua a viaggiare nella vecchia direzione e la sanità continua ad essere fanalino di coda per i livelli essenziali di assistenza, insieme a Calabria e Campania”. E’ l’accusa lanciata, in una nota congiunta, da Aaroi Emac, Anpo, Aupi, Cimo-Asmd, Direr, Federazione Cisl Medici, Fedirsanità, Sinafo, Ugl Medici e Uil Fpl Federazione Medica. Le organizzazioni sindacali indicano poi il modello da seguire. “Vogliamo ricordare alla medesima amministrazione che l’Abruzzo starebbe uscendo dal piano di rientro e che vorremmo presto calcarne le orme”.

“Il presidente Nicola Zingaretti – attacca il comunicato - tramite la cabina di regia, si era impegnato ad attivare i due tavoli tecnici sugli atti aziendali e sul precariato con la dirigenza sanitaria che da numerose settimane aspettano di essere attivati. Questi tavoli, forse strumentalmente imbrigliati con formalismi pretestuosi, devono occuparsi del dramma dei dirigenti precari della sanità del Lazio, degli atti aziendali sconclusionati degli attuali manager e di far risalire la china ad un Servizio Sanitario Regionale ormai in ginocchio. Questi erano gli impegni e gli impegni solitamente si rispettano: pacta sunt servanda”.

I sindacati attaccano anche i provvedimenti realizzati da Zingaretti in qualità di commissario ad acta. “Il primo decreto commissariale ha solo razionato e determinato tagli dell’assistenza sanitaria ai cittadini”. Il secondo, invece, “ha decretato unilateralmente sulla materia della mobilità del personale che per legge deve essere obbligatoriamente trattata con le organizzazioni sindacali rappresentative, le quali, peraltro, si riservano un approfondimento nelle sedi opportune. E nell’ultima ora, seppur condivisibile, - prosegue la nota - il presidente ha decretato una proroga di due mesi per l’adozione degli atti aziendali, senza ascoltare le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria”.

I sindacati chiedono quindi una radicale inversione di rotta. In caso contrario “preannunciamo una stagione di aperto conflitto con la Regione Lazio, già a partire dalle prossime settimane”.
 
6 agosto 2013
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