''Abbiamo appreso che, con il decreto legge approvato ieri,
è stato definito il percorso che, entro marzo 2014, porterà
alla costituzione dell'Agenzia per la coesione territoriale e
che questa dipenderà direttamente dalla Presidenza del
consiglio dei ministri”. Così la presidente della Regione
Umbria, Catiuscia Marini, unitamente al presidente della
Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, in una nota esprimono
perplessità su alcune delle funzioni attribuite dal Consiglio
dei ministri alla nuova Agenzia per la coesione
territoriale.
“Pur condividendo la
preoccupazione del Governo in merito alla necessità di
utilizzare al meglio, senza dispersioni e ritardi, l'insieme
dei fondi strutturali e di coesione di Regioni e Ministeri,
sia quelli residui del periodo 2007-2013, sia quelli della
nuova stagione comunitaria 2014-2020, esprimiamo la nostra
perplessità, come abbiamo sottolineato più volte, che lo
strumento dell'Agenzia nazionale possa essere quello più
efficace per raggiungere questi obiettivi”.
“C’è infatti
il rischio - sostengono i due presidenti - che alle Autorità
di gestione nazionali e regionali si aggiunga un ulteriore
soggetto. E ciò nella funzione di monitoraggio e
coordinamento nonché' di sostituzione nell'attuazione dei
programmi delle Autorità regionali. E' quanto avevamo
esposto al Ministro Trigilia.
Considerando che la costituenda Agenzia è espressione della
Presidenza del consiglio dei ministri - si chiedono Marini ed
Errani - l'assunzione di poteri sostitutivi riguarderebbe
dunque, esclusivamente, le Autorità di gestione delle
Regioni?”.
“In questi anni - proseguono - anche i programmi
nazionali hanno subito ritardi ed inefficienze, a volte ben
più gravi di quelli di molte Regioni italiane. I fondi
strutturali di coesione rappresentano l'unico vero e serio
strumento delle politiche territoriali e regionali, con la
principale finalità di contribuire al superamento del gap
tra regioni europee”.
“Non vorremmo quindi - aggiungono
- che la velocità con cui si sta definendo la nuova Agenzia
per la coesione territoriale punti a sostituire sempre di
più le Autorità di gestione regionali con un soggetto
nazionale, che è invece emanazione esclusiva
dell'Amministrazione centrale dello Stato, e ciò in vista
della programmazione 2014-2020. Questo non sarebbe ne'
condivisibile, ne' utile. Nella governance dell'Agenzia
non è infatti presente il sistema delle Regioni e manca ogni
modalità d'intesa con le Autorità coinvolte nella gestione
dei programmi e nella conduzione di specifici progetti, anche
a carattere sperimentale. Da parte nostra, avevamo dato
disponibilità a concordare la strategia e il percorso di
attuazione”.
“In questo modo l'unico strumento e le uniche
risorse a disposizione per le politiche di sviluppo regionale
che, vorremmo ricordare, hanno prodotto positivi e
significativi risultati in molte delle regioni Italiane,
andrebbero a sostenere - concludono - programmi e attività
di carattere nazionale che, al contrario, devono rientrare
nella programmazione ordinaria dello Stato”.