"Le 500 farmacie rurali della Lombardia rappresentano un presidio fondamentale nel sistema sanitario lombardo, perché in moltissimi piccoli Comuni sono l'unico punto di riferimento per la popolazione. È per questo che la Giunta Maroni si è impegnata a riformare una norma ormai datata 1986, che non consente più l'adeguato sostegno a queste attività". Lo ha detto l'assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo
Viviana Beccalossi, commentando l'iniziativa dei consiglieri regionali
Riccardo De Corato e
Franco Dotti che, con un ordine del giorno al collegato di bilancio regionale, in discussione proprio in queste ore al Pirellone, ha chiesto che le indennità riconosciute ai titolari di farmacie rurali, oggi fissate dalla Legge regionale 12/86 e di fatto ferme a quell'epoca, siano aggiornate in base all'indice di rivalutazione Istat e a partire dal 2014 rinnovate con cadenza biennale.
Secondo le norme vigenti, le farmacie rurali operanti in comuni sotto i tremila abitanti hanno infatti diritto a un'indennità di residenza, stabilita da leggi regionali, a parziale compensazione della situazione di disagio in cui si trovano a operare. Indennità che, proprio per la mancata rivalutazione degli indici fermi al 1986, oggi di fatto non rappresenta più un sostegno accettabile. "In Lombardia - ha continuato Beccalossi - le farmacie rurali sono oltre cinquecento e spesso operano in realtà piccolissime, lontane dalle grandi vie di comunicazione e caratterizzate da una popolazione dall'età media molto alta. Si trovano quindi a lavorare in un contesto di mercato ridottissimo e ciononostante offrono in cambio assistenza 24 ore su 24, in molti casi anche per gli interventi di prima assistenza, in piccoli paesi in cui di fatto rappresentano uno dei pochi servizi pubblici di prossimità". "L'impegno della giunta - ha concluso Beccalossi - si tradurrà nel riformare in tempi rapidi la legge 12/86 e contemporaneamente reperire le coperture finanziarie adeguate".