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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Regioni e Asl

Basilicata. Nasce il coordinamento delle associazioni di persone con diabete

immagine 18 marzo - A guidarlo sarà Antonio Papaleo, a lungo vicepresidente nazionale Fand-associazione italiana diabetici. “La Basilicata è stata fra le prime Regioni a recepire il Piano nazionale per la malattia diabetica”, ha ricordato Papaleo sottolineando il ruolo “incisivo” che potrà avere il coordinamento in questo ambito.
Dopo altre Regioni, nasce anche in Basilicata il coordinamento unitario delle associazioni di persone con diabete in Basilicata, che sarà guidato da Antonio Papaleo, per molti anni vicepresidente nazionale Fand, l’associazione italiana diabetici

“La Basilicata è stata fra le prime Regioni a recepire il Piano nazionale per la malattia diabetica e, quindi, per poter dare concretamente le gambe ad uno strumento così tanto importante, specie per il diverso e più incisivo ruolo che assegna all’Associazionismo, ha voluto organizzarsi con un proprio Coordinamento delle diverse Associazioni, presenti ed operanti sul territorio”, ha spiegato Antonio Papaleo, eletto dai vertici di Alad-Fand (Associazione Lucana Assistenza Diabetici), Fand Tre Valli Lagonegrese e Aadl (Associazione Amici Diabetici Lucani). Papaleo rappresenterà l’articolato mondo dei diabetici lucani nella Speciale Commissione Diabete, voluta dalla Legge Regionale 9/2010.

“Un impegno che oggi assume una connotazione particolare – ha aggiunto Papaleo – visto che nell’occasione si è provveduto a consegnare ai rappresentanti del Consiglio Regionale le cartoline con le quali si sollecita l’implementazione in Regione del Piano Nazionale per la malattia diabetica; sia per porre freno al crescente fenomeno epidemico che ha raggiunto la preoccupante percentuale di circa l’8% di persone con diabete conclamato, sul totale della popolazione residente; sia per attrezzare un’adeguata e rispondente assistenza e cura, capace di evitare l’insorgenza delle terribili complicanze, a ciò corrispondendo con percorsi diagnostici terapeutici appropriati, oltre che con una capillare e diffusa educazione terapeutica”.
 
18 marzo 2014
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