“Al governo abbiamo detto che siamo disponibili a rinunciare a quasi tutto l’aumento del Fondo (-1,5 mld) previsto dal Patto, senza incidere sui Lea ma sui beni e servizi acquistati e sulla farmaceutica territoriale e ospedaliera. Senza toccare ticket e tasse salvo casi eccezionali come in Piemonte dove abbiamo dovuto fare un intervento fiscale per salvare la regione visto l’elevato debito (2 mld certificati)”. Parole pronunciate dal presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni,
Sergio Chiamparino durante la trasmissione ‘Bianco e nero’ su Radio1 alla vigilia dell'incontro di domani in Conferenza delle Regioni dove è atteso il parere ufficiale sulla legge di stabilità e che confermano quanto già anticipato lo scorso 4 dicembre.
“Il nostro Ssn – ha evidenziato - è considerato uno dei migliori al mondo e costa meno e non c’è tutto questo grasso. Certo come in tutta la Pa ci sono punti dove investire e altri dove riqualificare e questo era il senso del Patto per la salute". Poi però qualcosa è cambiato. "Quando si propone di tagliare 4 mld alle Regioni è impensabile non toccare la sanità perché è quasi l’80% del budget. Abbiamo fatto un’
ipotesi di distribuzione della riduzione di 1,5 mld – ha specificato - . Un terzo pensiamo di ridurlo migliorando gli acquisti di beni e servizi intermedi e un altro terzo sulla farmaceutica ospedaliera e un altro terzo sulla territoriale”.
In merito alle posizioni dei governatori di
Veneto e Lombardia che hanno fortemente criticato i tagli Chiamparino ha sottolineato che “c
i sono posizioni politiche che non sempre coincidono con le posizioni istituzionali che io cerco di esprimere. Sono posizioni legittime e comprensibili. Detto ciò la posizione unitaria delle Regioni comprende la rinuncia all’aumento del Fsn ma richiede l’aumento di 1,1 mld l’anno per l’edilizia sanitaria”. “C’è bisogno di tornare ad assumente e investire – ha detto - . Dobbiamo rinnovare macchinari e tecnologie. Tra 10 anni cambierà il modo di curare le persone e noi dobbiamo adeguarci. Più prevenzione, più territorio e meno ospedale”.