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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Regioni e Asl

Sicilia. Al via la riforma della rete ospedaliera. Cura dimagrante per i reparti: da 1.340 a 916

di Gennaro Barbieri
immagine 26 gennaio - Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale regionale il decreto dell'Assessorato alla Salute. Lo snellimento dei reparti andrà completato entro il 31 dicembre 2016. Previsti anche accoprpamenti ospedalieri, come Sciacca-Ribera e  Ingrassia-Villa delle Ginestre a Palermo. A breve anche la possibilità di istituire concorsi per medici e infermieri. IL TESTO DELLA RIFORMA
Accorpare gli ospedali e diminuire i reparti. Queste le parole d’ordine del nuovo piano di riforma della sanità siciliana, contenuto in un decreto dell’Assessorato alla Salute già pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Regionale. I reparti delle strutture ospedaliere dovranno scendere, entro il 31 dicembre 2016, da 1.340 a 916, garantendo così alle aziende la possibilità di riformulare le piante organiche. I reparti di cardiologia da 66 dovranno diventare meno di 32, chirurgia generale da 121 a 48, chirurgia vascolare da 24 a 12, medicina generale da 99 a 61, oculistica da 44 a 32, ortopedia da 75 a 48, ostetricia e ginecologia da 65 a 32, otorinolaringoiatria da 44 a 32, pediatria da 52 a 32, urologia da 48 a 32, terapia intensiva da 53 a 32, oncologia da 36 a 16. Aumenteranno invece i reparti di lungodegenza, da 39 a 61 e radiologia. da 5 a 16.

Tra i principali accorpamenti ospedalieri previsti dal piano, emergono: Sciacca-Ribera, Canicattì-Licata, Gela-Niscemi-Mazzarino, Caltanissetta-San Cataldo-Mussomeli, Partinico-Corleone, Termini-Petralia, Ingrassia-Villa delle Ginestre a Palermo. “L’obbiettivo è un abbassamento dei costi di gestione" - ha spiegato l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino. Il modello adottato è quello degli “ospedali riuniti” che prevede la completa integrazione dei livelli di cura tra i diversi presidi ospedalieri che appartengono allo stesso modello al fine di completare il percorso assistenziale fra la alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per i pazienti post-acuti), tenendo presente l’integrazione e la multidisciplinarietà tra i diversi apporti affinché i percorsi terapeutico-assistenziali messi in atto si potenzino completandosi.

Il decreto interviene anche sulle case di cura private che saranno tenute a trasformare da acuti a lungodegenti 133 posti letto. Ma la riforma prevede anche un cambiamento radicale per il tessuto lavorativo. I direttori generali di Asp e Aziende ospedaliere potranno infatti, dopo aver ricevuto il placet da Borsellino, valutare le rispettive piante organiche e istituire concorsi per l’assunzione di medici e infermieri.
 
Gennaro Barbieri
 
26 gennaio 2015
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