In Campania c'è scarsa prevenzione rispetto al papilloma virus (Hpv) e il motivo è che “persiste una vera e propria resistenza culturale” rispetto alle vaccinazioni contro l'Hpv” che in Italia è consigliata e offerta gratuitamente alle ragazze entro il 12esimo anno di età. A lanciare l'allarme è la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) di Napoli.
La Federazione parla di “vero e proprio fallimento” della prevenzione. “La vaccinazione per l'Hpv - spiega il
segretario provinciale Antonio D'Avino - si è dimostrata molto efficace nel prevenire nelle donne il carcinoma della cervice uterina soprattutto se effettuata prima dell'inizio dell'attività sessuale perché - aggiunge - induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con il virus Hpv”.
All'origine del gap ci sono - secondo quanto spiegato – “una serie infinita di pregiudizi difficili da spazzare via”. Secondo l'esponente della Federazione, “i genitori sono meno propensi a vaccinare i propri figli per il timore degli effetti collaterali che ipotizzano essere associati ai vaccini. Se continuiamo così - conclude D'Avino - tra una decina d'anni la nostra regione sarà in netta controtendenza non solo rispetto alle realtà del Nord, ma anche rispetto ad altre regioni del Mezzogiorno. E questo, oltre ad avere gravi ricadute in termini di sanità pubblica, porterà a costi altissimi per l'intero sistema sanitario regionale”.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, la copertura vaccinale Hpv in Campania, per le diverse coorti di età, varia tra il 55% e il 60% delle ragazze aventi diritto.