toggle menu
QS Edizioni - martedì 21 maggio 2024

Regioni e Asl

Infanzia. Da Regioni parere positivo al IV Piano nazionale su tutela diritti e sviluppo

immagine 23 febbraio - Dagli enti locali però alcune raccomandazioni: maggiore attenzione al ruolo delle Regioni e Province autonome, precisa definizione del rapporto pubblico/privato e maggiore attenzione all’area della adolescenza. Ma tra le Regioni non c’è l’unanimità. Contrarie al Piano tre regioni: Liguria, Lombardia e Veneto. IL PARERE
Parere favorevole (a maggioranza) delle Regioni nella Conferenza Unificata dell’11 febbraio sul IV piano nazionale di azione di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, biennio 2016-2017.
 
Il via libera è arrivato dalla Conferenza delle Regioni che lo stesso 11 febbraio ha licenziato un documento contenente alcune raccomandazioni.
 
Qui di seguito il testo integrale del Parere.
 
Punto 1) Odg Conferenza Unificata
La Conferenza esprime parere favorevole a maggioranza con le seguenti raccomandazioni:
-prevedere una definizione puntuale delle risorse economiche, con particolare riferimento alla necessità di un finanziamento statale per le politiche educative rivolte a questa fascia d’età, attualmente sostenute da Regioni ed Enti locali;
- prevedere una maggiore attenzione al ruolo delle Regioni e Province autonome;
- prevedere una precisa definizione del rapporto pubblico/privato;
- prevedere una maggiore attenzione all’area della adolescenza (il Piano è più centrato sulla fascia 0/6 anni);
- prevedere un raccordo puntuale con la Legge n. 107 del 2015 e con il relativo decreto delegato, con particolare riferimento alla necessità di evitare la prescolarizzazione della fascia 0-3 anni. A tal fine si sollecita il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome nella elaborazione del citato decreto delegato;
- prevedere un coinvolgimento forte delle Regioni e delle Province autonome nella fase attuativa del Piano.
 
Le Regioni Lombardia, Liguria e Veneto esprimono parere negativo in quanto non condividono i riferimenti alla necessità di modificare la normativa sull'acquisizione della cittadinanza e allo ius soli, quale strumento di integrazione.
23 febbraio 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata