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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Regioni e Asl

Liguria. Montaldo: “Al via trasformazione strutture complesse della rete ospedaliera”

immagine 9 luglio - L’adeguamento della rete seguirà i criteri elaborati dall’Agenas. Prevista la riduzione delle strutture duplicate nell’ambito della medesima disciplina per evitare un’eccessiva frammentazione delle unità operative con un numero di posti letto inferiori ad una soglia di efficienza ragionevole.
Dopo il via libera arrivato dalla Giunta pochi giorni fa, prende il via la trasformazione delle strutture complesse della rete ospedaliera ligure. Il nuovo adeguamento della rete seguirà i criteri elaborati appositamente dall’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, riguardanti la dotazione delle strutture complesse per ogni disciplina e il numero di posti letto. All’interno della proposta è stata prevista, inoltre, la riduzione delle strutture complesse duplicate nell’ambito della medesima disciplina, per evitare una frammentazione delle unità operative con un numero di posti letto inferiori ad una soglia di efficienza ragionevole. “Dall’indagine effettuata – ha spiegato l’assessore alla Salute, Claudio Montaldo – risulta evidente che in Liguria l’attuale dotazione di strutture complesse cliniche per acuti è sovradimensionata, mentre ci sono ancora carenze nelle strutture complesse per i post acuti”.

Nel dettagli sono 16 le eccedenze che riguardano prevalentemente la chirurgia generale e alcune chirurgie specialistiche come chirurgia vascolare e plastica, mentre ammonta a 22 la sovra-dotazione per l’area medica. I posti letto in più dovranno essere resi disponibili per l’area dell’emergenza-urgenza e della riabilitazione. “Si provvederà a sopprimere o disattivare 50 strutture complesse per acuti – ha precisato Montaldo – trasformandole in strutture per post acuti”.
La manovra, come spiegato, tiene conto dei parametri dell’Agenas riguardanti la diffusione delle discipline identificate come: rara, di media diffusione, di alta e altissima diffusione. “Le specialità identificate come discipline rare devono avere una distribuzione sull’intero territorio regionale, fatta eccezione le malattie infettive e la dermatologia – ha spiegato l’assessore -. La funzione neonatologica deve essere presente in ogni punto nascita. Mentre le specialità identificate come a media diffusione devono essere garantite a livello di ogni singola area ottimale o azienda sanitaria”. “Infine – ha concluso - le specialità identificate come discipline ad altissima diffusione devono essere garantite a livello di ogni singola azienda sanitaria”.
9 luglio 2011
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