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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Regioni e Asl

Sposati da 64 anni, ricoverati nella stessa stanza

immagine 3 settembre - Sofferente di insufficienza respiratoria a causa del riacutizzarsi di una bronchite cronica lui, in serio decadimento cognitivo lei, i medici ell’ospedale di Schiavonia (Padova) non hanno voluto tenerli separati. Stare vicini, riferisce la struttura, “ha restituito ai due equilibrio e serenità” e “con lui accanto, la paziente ha subito dato segni di miglioramento”.
Sposati da 64 anni, Elisa e Mario hanno condiviso anche il ricovero ospedaliero. Elisa Candeo, 83 anni, casalinga e Mario Gabellotto, 88, un passato da carpentiere, sono stati ricoverati nella stessa stanza dell’Unità Operativa Complessa di Medicina dell’Ospedale di Schiavonia. Sofferente di insufficienza respiratoria a causa del riacutizzarsi di una bronchite cronica lui, in serio decadimento cognitivo lei, i medici coordinati dal primario Lucia Leone non hanno voluto tenerli separati, cercando piuttosto di ricreare attorno a loro - coppia nella vita e nel ricovero - il clima di casa: una stanza a due letti solo per loro, per ridurre il disorientamento che in tutti, e soprattutto nei grandi anziani, il soggiorno ospedaliero comporta.
 
Una situazione che, riferisce una nota della Aulss 6 Veneto, “ha restituito ai due equilibrio e serenità”.

Mario è entrato in ospedale l’8 agosto, Elisa una decina di giorni dopo e il trovarsi in ospedale, e senza il compagno di una vita, ha creato in lei un importante stato agitatorio. I clinici e gli infermieri hanno così pensato di farle arrivare in stanza, in pianta stabile, il marito.

“Con lui accanto - sottolinea la dottoressa Leone - la paziente ha subito dato segni di miglioramento, e questo ha permesso di completare le cure necessarie fino alla stabilizzazione del quadro clinico e alla programmazione della dimissione, avvenuta ieri”. Anche Mario sarà dimesso a breve. Ad attenderli a casa i loro quattro figli.

Per la Aulss “un esempio tangibile di come l’umanizzazione sia medicina, andando a potenziare la cura”.
3 settembre 2018
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